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La psicoterapia olistica e la figura associata dello psicoterapeuta olistico si sono affermate negli ultimi anni per rispondere alle nuove esigenze sempre più manifeste di alcuni pazienti, modificando senza ombra di dubbio il panorama degli orientamenti di psicoterapia disponibili sul mercato.

La persona si trova quindi davanti ad un maggiore numero di opzioni relativamente a quale psicoterapia scegliere, e in assenza di ulteriori informazioni potrebbe giustamente avere difficoltà a definire quale sia la più adatta al suo caso.

In questo, la psicologia olistica è una prospettiva che si incentra su un approccio integrato ed esaustivo nell’esplorare e comprendere la mente ed il comportamento umano. Contrariamente ad una visione frammentata, settoriale e a compartimenti stagni, la psicologia olistica riconosce l’interconnessione di mente, corpo e spirito, considerando la persona nella sua completezza.

In questo articolo potrai approfondire i 5 punti chiave dell’approccio olistico in psicologia, che nel mio lavoro si unisce al considerevole vantaggio della terapia breve con la finalità di uno sblocco accelerato delle dinamiche disfunzionali del paziente.

Cosa significa olistica?

Il termine olistico discende dalla parola greca “hòlos”, che indica la totalità, l’interezza di qualcosa, in questo caso dell’essere umano e della sua psiche.

Più in generale, la visione olistica trova il suo fondamento in una prospettiva a 360°, nella quale l’uomo e il mondo vengono inquadrati nel loro insieme e non più come entità separate nella classica dualità.

Nell’ambito della psicologia olistica, si intende indagare e cogliere la complessità dell’esperienza umana considerando il contesto più ampio in cui si sviluppa.

Come si traduce questo in termini pratici nell’ambito della psicoterapia?

Che cos’è la psicoterapia olistica?

“È importante integrare gli approcci della psicoterapia in modo che il trattamento possa rispondere alle esigenze specifiche del paziente, piuttosto che limitarsi all’applicazione di un singolo modello teorico.”

John Arden

Se applichiamo il concetto al funzionamento della psiche umana, vediamo un approccio che considera come inscindibili le tre dimensioni fondamentali della personalità, cioè mente, emozioni e corpo, e la dimensione spirituale.

Non è possibile ottenere un miglioramento stabile e duraturo nella propria vita lavorando solo su una dimensione dell’individuo.

Queste infatti non rappresentano dei compartimenti stagni, chiusi e non comunicanti tra di loro. Il pensiero influenza in modo importante la dimensione delle emozioni, andando letteralmente ad agganciare e potenziare una corrente emotiva che risuona con la vibrazione e qualità di quel pensiero.

In modo analogo e andando a ritroso, l’assunzione di una postura del corpo ha un’influenza diretta sui pensieri che attraversano il corpo mentale in quel momento. Vi è quindi un continuo scambio informativo ed energetico tra le tre dimensioni della personalità, che possiamo sfruttare a nostro vantaggio.

La psicoterapia, in tutto questo, deve tendere verso l’unità interiore dell’individuo.

Come già visto in altri articoli, la divisione interna ha un prezzo da pagare, e la psicologia olistica ha lo scopo di colmare queste scissioni dopo aver adeguatamente riconosciuto e integrato gli eventuali contenuti conflittuali o rimossi presenti al proprio interno.

I 5 punti chiave della psicoterapia olistica

Dopo questa breve introduzione sulla concezione olistica applicata alla psicoterapia, passo ad illustrarti i 5 elementi chiave della Psicoterapia Medica Olistica, partendo senza dubbio da quello più importante e impattante per il paziente.

1. La brevità del percorso: i tempi accelerati di guarigione

Un obiettivo alla base del mio metodo è fare in modo che le persone ottengano i risultati che desiderano in tempi brevi.

Prima di iniziare è fondamentale dare una spiegazione.

Spesso mi viene posta la domanda: “Quante sedute devo fare per vedere dei miglioramenti nella mia vita?” o “In quanto tempo posso vedere dei risultati concreti?”. La domanda è più che lecita, soprattutto in questo periodo storico che risulta ancora molto delicato.

Comprendo alla perfezione il desiderio, spesso la necessità della persona, di avere un’indicazione chiara e precisa dei tempi di guarigione nella psicoterapia. Percepisce una problematica nella sua esistenza, che magari la tormenta da svariati anni, e vuole vederla sciogliersi nei tempi più rapidi possibili. Spesso, poi, il paziente ha già seguito altri approcci, con risultati che nel medio-lungo termine si sono rivelati poco soddisfacenti.

Qui si parla sia di approcci incentrati su altri percorsi di psicoterapia, che su proposte di crescita personale in senso ampio.

Il mondo della crescita personale è infatti estremamente variegato, tendendo in certi frangenti a semplificare le ragioni profonde di determinate dinamiche psichiche o di alcuni sintomi psicosomatici.

Come si differenzia la psicoterapia olistica dagli altri approcci?

L’approccio olistico in psicologia prende in considerazione tutti gli aspetti dell’essere umano nella sua complessità: mente, corpo, anima e come questi si interconnettono reciprocamente generando un “campo esistenziale” unico e irripetibile.

Il mio metodo psicoterapeutico olistico è quindi nato come approccio breve, di durata inferiore alla media degli altri percorsi di psicoterapia, osservando quindi dei tempi di guarigione più rapidi.

Si discosta poi dalla psicanalisi in misura importante anche per le metodologie di indagine della psiche.

Dopo la prima seduta, presento una diagnosi specifica del lavoro che sento opportuno, condividendo gli obiettivi del percorso terapeutico più adatto alla persona.

È molto importante instaurare un “Accordo Terapeuta-Paziente”, detto anche “Alleanza Terapeutica”, prima che il trattamento entri nel vivo. È un rapporto di fiducia reciproca, basato su autentici scambi comunicativi, sia verbali che non-verbali. Questo contribuisce a rendere più efficace e focalizzato il percorso stesso.

Al termine della prima seduta, presento una diagnosi o anamnesi essenziale, concordando con il paziente l’obiettivo del percorso terapeutico, eventualmente rinegoziabile dopo i primissimi incontri.

Per problematiche di media complessità ho riscontrato che la persona ottiene risultati misurabili, sia nella qualità interiore della propria vita che in quella esteriore, con un ciclo di 10-12 sedute se il lavoro è verticalizzato su un’unica area.

Tradotto in termini di tempo, parliamo di 3-4 mesi a fronte di una frequenza settimanale delle sedute, che in circostanze particolari può essere anche portata a bisettimanale.

Psicoterapia: tempi di guarigione nel 2024

La vita di oggi è sempre più piena e frenetica. Nella stessa unità di tempo siamo in grado (e a volte quasi obbligati) a completare più compiti e attività di quanto non dovessimo fare in un passato anche relativamente recente.

Parimenti la psicoterapia è chiamata ad adeguarsi ai nuovi ritmi di vita delle persone, così come alla tipologia di problematiche e difficoltà psicologiche che possono emergere e diventare un vero tormento.

Arrivati ormai nell’anno 2024, non è accettabile far ristagnare il paziente per mesi e anni, senza una traiettoria terapeutica univoca e fruttifera.

Sono della ferma opinione che oggi non sia più possibile affrontare percorsi di anni in cui sostanzialmente ci si ferma ad un’analisi, spesso puramente cognitiva, delle dinamiche della persona.

I tempi sono accelerati in misura importante, e così è opportuno mettere a disposizione del paziente un metodo di psicoterapia adatto al particolare momento storico che stiamo vivendo.

Nel mio approccio il percorso terapeutico è versatile, costruito sul paziente, e il più possibile breve.

2. Focalizzazione sul Qui-e-Ora del paziente

Sono abbastanza contraria alle modalità di lavoro basate sul rivangare eccessivamente nel passato della persona, che spesso contiene elementi anche molto dolorosi.

Ora, riconosco perfettamente che con determinate problematiche, specie se in presenza di una componente traumatica, è utile andare a recuperare certi accadimenti o aspetti del passato, al fine di condurre un lavoro efficace.

Diversi approcci, però, rischiano di ancorare ancora di più la persona nei suoi fantasmi del passato, nei suoi irrisolti psichici, nei suoi grovigli emotivi che quasi sempre hanno radici nell’infanzia, nell’albero genealogico o addirittura in una vita precedente.

Non dobbiamo mai dimenticare che tutto il passato, le sue impronte, i solchi psichici e gli inneschi emozionali vivono dentro la persona in un eterno Presente, e sono quindi sempre potenzialmente accessibili.

Inconscio e Transfert in psicologia olistica

Il Qui-ed-Ora è infatti la (vera) porta di entrata per l’inconscio, dato che il paziente sperimenta nell’Adesso tutti i meccanismi inconsci disfunzionali che hanno radici nel passato, e che lo psicoterapeuta olistico può far emergere in modo attivo sfruttando il Transfert psicologico che si viene a creare.

Nel Transfert il paziente proietta infatti sul terapeuta le proprie emozioni e i relativi schemi di relazione, quasi sempre inconsci. Questo processo, se utilizzato correttamente, è molto utile per esplorare i modelli relazionali disfunzionali e per aiutare il paziente a comprendere meglio sé stesso e il modo in cui interagisce con gli altri.

In quest’ottica risulta molto utile mettere in campo interventi diversi per mobilizzare i sentimenti inconsci nella relazione di Transfert, al fine di portare allo scoperto e dunque rendere visibile alla coppia terapeutica la resistenza inconscia.

Lo psicoterapeuta olistico lavora così per creare un ambiente sicuro e accogliente per il paziente, in cui si può sentire libero di esplorare i propri pensieri e le proprie emozioni, in uno stato di sospensione del giudizio e del pregiudizio.

In questo modo può essere il paziente stesso, riconoscendola, ad affrontarla come parte oramai distonica di sé, permettendo l’accesso al nucleo patologico profondo.

3. Risoluzione dei conflitti interiori presenti nella persona

Nella psicologia olistica è innanzitutto importante individuare i termini dei conflitti interni, dare loro voce, in senso a volte letterale, e trovare rapidamente una mediazione per ripristinare uno stato di benessere.

Risulta del tutto inutile, e spesso dannoso, cercare di indebolire o eliminare una delle due parti ingaggiate nel conflitto, anche se risulta insopportabile per l’individuo.

Esattamente come in una negoziazione condotta con un’altra persona, anche nella propria interiorità è necessario, in prima battuta, trovare una modalità di co-esistenza di tutte le parti.

Presa di consapevolezza ed accettazione nella psicoterapia olistica

Consapevolezza e accettazione sono la via per ridurre il carico energetico dei conflitti, liberando una grande quantità di energia che torna a disposizione della persona.

La direzione maestra della psicoterapia olistica è verso la riduzione del carico di conflitti tramite l’iniziale presa di consapevolezza delle intenzioni o richieste di ogni parte di sé coinvolta.

Questo può essere realizzato grazie ad una tecnica molto specifica che dà letteralmente voce alle proprie istanze psichiche che emergono nel corso del lavoro terapeutico.

Anche durante una seduta di questo tipo, dopo aver dato parola alle parti di sé in conflitto, si raggiunge un accordo in cui sostanzialmente entrambe le istanze ri-guadagnano pieno diritto di cittadinanza e vengono ricollocate come tessere di un puzzle perfetto.

Si può affermare che lo scopo principe è quello di far coesistere il lupo e l’agnello dentro la persona. È una frase forte, che andrebbe approfondita in maniera adeguata, ma la lascio qui come uno spunto di riflessione. Dietro a questo concetto c’è molto più di quanto sembra.

Ricorda sempre il principio maestro: tu sei anche quella parte che rifiuti, quell’energia che percepisci come inconfessabile o inaccettabile e ricacci nell’inconscio fin dai primi anni di vita.

E tutto ciò che viene rifiutato all’interno di sé, per il classico meccanismo della proiezione verrà visto negli altri, e qui additato come sbagliato, quindi censurato e combattuto.

4. Lo psicoterapeuta olistico mette al centro la dimensione emozionale

Possiamo immaginare le emozioni come onde che ci attraversano di continuo: si originano, raggiungono un picco specifico per ciascuna di esse e poi, con comportamenti adeguati, si ritirano per lasciare spazio ad un nuovo stato emozionale.

Nessuna vera evoluzione interiore, o crescita, può avvenire senza un confronto attivo ed efficace con i contenuti del corpo emotivo.

Un aspetto con cui spesso mi sono trovata ad avere a che fare nelle sedute di psicoterapia olistica è il fatto che molte persone non sanno identificare quale emozione si stia muovendo dentro di loro in quel preciso momento.

In altri casi, la persona attribuisce un altro nome all’emozione, ad esempio confonde la paura con la tristezza.

Emozioni primarie e secondarie

Molto comune è anche scambiare le emozioni primarie con quelle secondarie, oppure non riconoscere come l’ansia in realtà vada a celare un carico psichico ed energetico sottostante.

Paul Ekman, pioniere nell’identificazione delle emozioni attraverso le microespressioni facciali, ha dimostrato nei suoi studi come queste parlino un linguaggio universale, e come siano “programmi affettivi primari, deputati a farci reagire all’ambiente per favorire il nostro benessere”.

Nella Psicoterapia della Gestalt la dinamica fondamentale della vita psichica è proprio la consapevolezza delle emozioni suscitate dall’incontro dell’individuo con il mondo interno ed esterno.

È fondamentale, pertanto, il con-tatto. Entrare nel flusso delle emozioni significa anche disporre di una bussola che ci orienta nella relazione con il mondo esterno. Già solo il fatto di permetterci di sentire quello che proviamo, senza attivare il giudizio, è un passo avanti molto importante nel percorso personale.

Approccio olistico, psicologia e crescita personale

Prima o poi, se la persona vuole veramente procedere verso una crescita e un’armonizzazione interiore ed esteriore, dovrà tuffarsi in questa dimensione del proprio Essere, così piena di messaggi e di informazioni.

È un vero peccato far scorrere inesorabilmente l’esistenza senza cogliere questa potenzialità.

La psicoterapia, in questo modo, può essere considerata come uno sblocco, un ritorno del fluire, l’aprire uno spiraglio in un vicolo cieco.

Ogni dinamica, programmazione o paradigma inconscio è sempre agganciato ad un carico emozionale, il cui riconoscimento ed elaborazione è lo scopo primario della psicoterapia olistica.

Gli approcci cognitivistici, invece, utilizzano dinamiche mentali e cognitive come punto di ingresso per il lavoro, mettendo in secondo piano la dimensione emozionale.

Come ho indicato in precedenza, il corpo emotivo è invece un tassello fondamentale, un pilastro essenziale dell’approccio olistico in psicologia.

Se non vi è guarigione emotiva, nessuna reale guarigione potrà avvenire.

Come ho già avuto modo di affermare, la soluzione è un percorso di terapia incentrato sulla consapevolezza emozionale.

In questo approccio la psicologa olistica ha un ruolo attivo nella relazione con il paziente: far emergere le emozioni represse secondo tempistiche per lui accettabili, e proporne l’elaborazione con lo scopo di rendere superflua la repressione stessa.

5. Possibilità di impiego di rimedi naturali e fitoterapici

Grazie alla mia formazione posso prescrivere, se lo ritengo opportuno, uno o più rimedi fitoterapici per alleviare disagi e malesseri, senza dover ricorrere a psicofarmaci.

Va da sé che, indipendentemente dall’uso di psicofarmaci o fitoterapici, i sintomi e i disturbi psicosomatici in generale sono portatori di messaggi profondi che originano dai meandri più reconditi della psiche.

In ogni caso, se i disagi e i malesseri iniziano ad avere un impatto eccessivo sulla vita quotidiana dell’individuo, è utile (e a volte indispensabile) attenuarli o rimuoverli nel breve o medio termine.

Nel frattempo, però, il percorso terapeutico deve proseguire nell’elaborazione di traumi eventuali o di vissuti conflittuali che causano i sintomi e le somatizzazioni.

La psicoterapia olistica fatta da un Medico: la Psicoterapia Medica Olistica

I cinque punti chiave del mio approccio olistico si traducono in un trattamento psicoterapeutico focalizzato e in grado di fornire risultati in tempi più brevi rispetto alla media degli altri percorsi.

In questo modo è nata la Psicoterapia Medica Olistica, un approccio particolarmente adatto ai tempi che stiamo vivendo e in grado di dare risposta alle dinamiche complesse portate dai pazienti.

Come ho già spiegato in altri punti, la psicoterapia deve aiutare le persone a disinnescare i propri circuiti di malessere e di disagio nel più breve tempo possibile, in modo che possano scrollarsi dalla schiena tutti i fardelli inutili e ingombranti del passato e iniziare ad avanzare nella vita in modo più leggero.

Come accennato sopra, la Psicoterapia Medica Olistica lavora molto efficacemente sui sintomi somatici, integrando un lavoro di indagine delle ragioni inconfessabili del sintomo stesso e passando poi ad affrontare le inevitabili resistenze del paziente.

Il sintomo è l’unica modalità con cui una parte di noi spinta nell’ombra può emergere e farsi notare.

Come spiegato a fondo per i sintomi psicosomatici, però, il percorso di emersione e di manifestazione del sintomo non è mai lineare e il suo linguaggio è criptato.

Il particolare approccio della psicologia olistica, che mira a superare le divisioni interne tramite l’integrazione, va ad accogliere il sintomo, a farlo parlare, ad ascoltare cosa ha da dire. In fondo, è l’unica finestra che abbiamo su un disagio o un problema che ancora non conosciamo. Perché quindi chiuderla o volerla eliminare?

La guarigione non può che passare da una sana ed armonica integrazione delle varie parti scisse di noi, permettendoci così gradualmente di ritirare le varie proiezioni esterne e di raggiungere una piena consapevolezza di noi stessi e in noi stessi.


Se vuoi più informazioni sul mio metodo di lavoro psicoterapeutico oppure prenotare la prima seduta con me, puoi compilare il modulo di contatto che trovi all’inizio della Pagina Contatti.

Foto professionale della Dott.ssa Elisa Scala, medico psicoterapeuta a Novara
Ricevo a Novara e online

Medico psicoterapeuta

Sono iscritta all’Albo Professionale dei Medici dall’anno 2008 ed esercito la professione di Psicoterapeuta sia per mezzo di sedute online (via Zoom o Skype) che in presenza nel mio Studio privato vicino al centro storico di Novara.

Perché rivolgersi ad un medico psicoterapeuta?

Grazie alla sua duplice formazione medica e psicoterapeutica, un medico psicoterapeuta è in grado di valutare il paziente non solo dal punto di vista meramente psicologico, ma anche di considerare eventuali fattori biologici, medici e farmacologici che possono influenzare il disturbo, conflitto interiore o disagio portato dal paziente.

Questo permette una presa in carico olistica, in cui si possono trattare problematiche emotive, psichiche e fisiche in modo sinergico, personalizzando il percorso terapeutico per ottenere risultati più efficaci e duraturi.

I vantaggi tangibili per il paziente consistono in tempi mediamente più brevi rispetto alla psicoterapia tradizionale e senza limitarsi a quella che potrei definire come “terapia dell’ascolto”.

Dott.ssa Elisa Scala, medico psicoterapeuta a Novara