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ISTDP

Psicoterapia Dinamica Breve e Intensiva

A Novara una psicoterapia breve ad indirizzo psicodinamico per consentire alle persone di guarire i blocchi emotivi e risolvere le dinamiche limitanti nel più breve tempo possibile

ISTDP, cos’è?

L’ISTDP è una psicoterapia intensiva dinamica breve che permette di ottenere un rapido ed efficace accesso all’inconscio sin dalle prime sedute, accorciando i tempi del percorso terapeutico.

“Psyché” indica l’insieme delle funzioni mentali, emozionali e cognitive di un individuo, mentre dinamica” descrive delle forze in movimento.

Con il termine psicodinamico ci si riferisce a tutti gli orientamenti terapeutici che postulano l’esistenza dell’inconscio e vedono nella sofferenza psicologica il riflesso di un conflitto intrapsichico.

Si basa quindi sul principio che i pensieri e le emozioni dolorose vengono affrontate e gestite relegandole nell’inconscio. Essendo percepite come inaccettabili, la persona senza accorgersene le rimuove dalla propria coscienza.

Da questa dinamica scaturisce poi un conflitto.

Come già descritto più approfonditamente in alcuni articoli, per conflitto psichico si intende l’impossibilità, per diverse ragioni, di soddisfare un impulso inaccettabile, che rimane quindi inespresso e viene rimosso dallo spazio della consapevolezza.

Questi impulsi, i pensieri e le emozioni associate generano poi dinamiche di ansia e una serie di altri sintomi che spingono, come reazione, l’individuo a proteggersi strutturando i cosiddetti meccanismi di difesa, che possiamo vedere come dei veri e propri fossati scavati intorno ad un fortino.

Tutte le volte che il terapeuta si trova a lavorare con un paziente che presenta evidenti difese, non è praticamente mai utile agire frontalmente su queste. Risulta necessario, quindi, percorrere strade alternative per accedere ai contenuti più delicati della psiche.

È proprio in quest’ottica che puoi vedere il ruolo molto importante della Psicoterapia Intensiva Dinamica Breve.

Il metodo ISTDP, dall’inglese Intensive Short-Term Dynamic Psychotherapy, è stato ideato e sviluppato in Canada da Habib Davanloo nella seconda metà del secolo scorso.

Si tratta quindi di una psicoterapia basata su evidenze scientifiche di efficacia ed empiricamente validata.

Terapia ISTDP, come funziona?

Alcuni studi hanno dimostrato che la terapia ISTDP, a differenza degli approcci tradizionali di psicoterapia, è in grado di innescare a livello cerebrale un nuovo assetto dei circuiti limbici delle emozioni e l’attivazione del tono vagale, cioè quella parte del sistema nervoso essenziale nella risposta fisiologica allo stress.

In termini più semplici, la psicoterapia breve dinamica è capace di rimodellare i pattern emozionali della persona, garantendo una rielaborazione efficace e misurabile anche da un punto di vista neurofisiologico.

Se da un lato è ben risaputo che Freud ha scoperto l’esistenza dell’inconscio, dall’altro la terapia ISTDP fornisce una via per parlarci direttamente attraverso quello che viene chiamato breakthrough, vero nucleo attivo alla base dell’efficacia del trattamento terapeutico.

In alcuni casi già dopo il primo breakthrough il soggetto percepisce un cambiamento interno e i suoi sintomi si riducono, anche se nella maggioranza delle situazioni sono necessari più breakthrough per instaurare un mutamento stabile. Anche in questo secondo caso, comunque, il processo avviene in tempi decisamente più brevi rispetto ai tempi delle psicoterapie “classiche”.

Il metodo ISTDP trova una valida applicazione in tutti i disturbi psichici della sfera nevrotica, ma anche nei disturbi di personalità. Essendo in grado di accedere direttamente all’inconscio e ai suoi contenuti psichici, si è rivelata estremamente efficace nel trattamento delle somatizzazioni e di svariate patologie psicosomatiche come emicranie, cefalee, dermatiti da stress, ipertensione, fibromialgia, colon irritabile e altre.

I 5 elementi chiave della terapia ISTDP

Come visto sopra, uno dei punti centrali alla base di come funziona l’ISTDP è il confronto con la dimensione inconscia del soggetto.

Più nel dettaglio, questa modalità di lavoro è caratterizzata da:

  1. Risoluzione del conflitto emotivo inconscio. La terapia ISTDP si concentra sull’identificazione e l’elaborazione delle emozioni represse e dei conflitti inconsci che sono spesso alla base di sintomi psichici e comportamentali.
  2. Identificazione e lavoro sulla difesa primaria. Questa tecnica aiuta il paziente a riconoscere e a lavorare sulle difese primarie che gli impediscono di affrontare tutti quei contenuti psichici (pensieri ed emozioni) che percepisce come inaccettabili.
  3. Relazione terapeutica attiva. Nella Psicoterapia Intensiva Dinamica Breve il terapeuta gioca un ruolo attivo e diretto, sfidando le difese del paziente e incoraggiando una connessione profonda con le proprie emozioni, promuovendo così un cambiamento rapido e incisivo.
  4. Attivazione dell’ansia terapeutica. Il metodo ISTDP utilizza in modo consapevole l’ansia che emerge nel processo terapeutico per aiutare il paziente a tollerare intensità progressivamente crescenti delle emozioni difficili e scomode, portando ad  una loro graduale integrazione.
  5. Uso delle tecniche di interruzione. La terapia ISTDP impiega con efficacia le tecniche di interruzione per aiutare il paziente a sospendere, anche se temporaneamente, le sue difese e ad affrontare così i contenuti della psiche oggetto di conflitto. Questo può includere la provocazione di emozioni intense e capaci di fermare temporaneamente il lavoro incessante delle difese psichiche.

Su queste basi, e avendo a disposizione svariati strumenti per affrontare le diverse problematiche dei pazienti nella maniera più efficace possibile, ho definito il mio approccio che unisce la concezione breve della Psicoterapia e il Metodo Olistico.

Propongo quindi un percorso di psicoterapia integrato, che lavora con la persona attraverso un orientamento olistico e multidimensionale, aiutandola a superare i propri conflitti in maniera naturale.

La terapia ISTDP a sua volta fa parte di un approccio più strutturato, definito Metodo PI.

Metodo PI

Il Metodo PI, Psicobiologia Emotivo-Comportamentale Integrata, è un approccio terapeutico olistico che combina psicoterapia, neuroscienze e tecniche di coaching per aiutare le persone a comprendere e modificare i loro schemi emotivi e comportamentali che possono remare loro contro ed essere fonte di sofferenza.

I suoi 3 pilastri fondamendali sono:

    • Terapia ISTDP (Intensive Short-Term Dynamic Psychotherapy), descritta sopra;
    • Metodo Ekman, basato sul riconoscimento delle emozioni tramite le microespressioni facciali;
    • Modelli di Coaching, un insieme di strategie e tecniche utilizzate per facilitare il cambiamento comportamentale ed emotivo attraverso un approccio personalizzato.

Il Metodo PI è incentrato sulle dinamiche che si innescano nel Qui-ed-Ora della relazione tra terapeuta e paziente, sulla presa di contatto con le emozioni nascoste, inconfessabili ed inconsce, connesse alle problematiche di vita che la persona intende risolvere, e su come questo contatto viene deflesso dalle difese psichiche.

Le difese e l’ansia inevitabilmente associata generano una sorta di cortina psichica che tiene la coscienza lontana dalle emozioni più profonde, dinamica che rappresenta la radice intima di ogni forma di psicopatologia e di patologia psicosomatica.

Metodo Ekman

Lo psicologo statunitense Paul Ekman ha dimostrato che le espressioni facciali e le emozioni non sono legate alla cultura e alle tradizioni locali, ma sono uguali in tutto il mondo. Sono, pertanto, da considerarsi di origine biologica.

Nei suoi studi, Ekman ha individuato un numero ristretto di emozioni primarie o universali, nello specifico gioia, tristezza, rabbia, sorpresa, paura, disgusto e disprezzo. Sono innate, ovvero determinate geneticamente, universali e distinte le une dalle altre. La capacità di riconoscere un’emozione quindi, non viene influenzata dal contesto, in quanto immediata e innata.

Le emozioni secondarie sono più complesse e spesso derivano da combinazioni di emozioni primarie, che si possono associare come dei mattoncini, o dall’influenza di fattori culturali e personali. Alcuni esempi di emozioni secondarie includono:

    • Rimpianto (un mix di tristezza e colpa per decisioni passate);
    • Colpa (spesso un mix di tristezza e paura);
    • Gelosia (combinazione di rabbia, paura e tristezza);
    • Invidia (un misto di rabbia e tristezza);
    • Imbarazzo (combinazione di paura e sorpresa);
    • Orgoglio (spesso derivato da gioia e sorpresa per sé stessi);
    • Frustrazione (legata a rabbia e impotenza);
    • Speranza (combinazione di ottimismo e aspettativa positiva);
    • Risentimento (un misto di rabbia e disprezzo per un torto subito);
    • Gratitudine (emozione complessa che deriva da gioia e riconoscenza);
    • Nostalgia (unione di tristezza e gioia legata a ricordi del passato);
    • Vergogna (un misto di paura, tristezza e disprezzo verso sé stessi).

 

Le microespressioni facciali in psicoterapia

Le microespressioni facciali sono quei cambiamenti mimici incontrollabili, comuni a tutti gli esseri umani, che si presentano ogni qualvolta si prova un’emozione e vengono definite micro perché sono di brevissima durata (in genere tra 1/2 e 1/25 di secondo).

Paul Ekman ha mappato nel dettaglio i 43 muscoli facciali responsabili delle varie espressioni, arrivando a catalogare oltre settemila possibili combinazioni che ha racchiuso in un testo denominato FACS (Facial Action Coding System).

Il FACS descrive con dovizia di dettagli ogni possibile azione muscolare del viso, rendendo possibile la codifica precisa delle espressioni facciali. È stato utilizzato con successo in molte aree di ricerca, tra cui la psicologia, la neuroscienza, la criminologia e l’intelligence.

In psicoterapia, l’utilizzo di questi indici emotivi di riferimento fornisce al terapeuta un metodo rapido ed efficace per entrare in empatia e comprendere il vissuto del paziente.

Possiamo vedere le microespressioni come una cartina tornasole di quello che la persona sta provando al suo interno.

Modelli di Coaching

I Modelli di Coaching nel Metodo PI includono l’identificazione e il lavoro sui blocchi emozionali, la riformulazione dei pensieri negativi, la costruzione di strategie efficaci di gestione delle proprie risorse, la promozione di comportamenti positivi e l’acquisizione di abilità sociali e relazionali.

Questi modelli aiutano anche l’individuo a sospendere il giudizio su di sé e sui propri limiti, eliminando un filtro distorcente che tende ad impedire una immediata presa di consapevolezza.

Sono a tutti gli effetti degli schemi precisi, strutturati e prevedibili che forniscono al terapeuta e al paziente un quadro chiaro delle azioni e delle attività da intraprendere per raggiungere un determinato traguardo.

Un’altra loro caratteristica è di essere incentrati sulla comprensione dei meccanismi che stanno alla base della relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti.

In questo modo, consentono al paziente di accedere al proprio potenziale innato, espandendo la conoscenza di sé stesso, al fine di raggiungere i propri obiettivi e vivere un’esistenza realizzata.

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E-mail

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Indirizzo

Via Guglielmo Marconi, 3/B – Scala F
28100 Novara

Orari

Lun – Ven: 9.00 – 13.00, 15.00 – 19.00
Sabato: 10.00 – 13.00