La Sindrome Ansioso Depressiva, conosciuta anche come disturbo ansioso depressivo, sindrome depressivo ansiosa, depressione ansiosa o ansia depressiva, è una condizione psicologica complessa che include sia una componente d’ansia che di depressione unitamente ai rispettivi sintomi più comuni.
Si può, più semplicemente, parlare di un umore depresso accompagnato da spiccati tratti ansiosi.
Di per sé, l’ansia rappresenta un segnale relativamente aspecifico, tanto da essere il comune denominatore di diversi disturbi e condizioni, tra cui il disturbo d’ansia generalizzato, gli attacchi di panico (o disturbo da panico) e le fobie più comuni di natura specifica (o disturbo fobico specifico).
L’ansia è quasi sempre accompagnata da sintomi fisici come respiro affannoso, sudorazione, vertigini, battito cardiaco accelerato, tremori corporei.
Nell’articolo approfondiremo la sindrome ansioso depressiva e i suoi sintomi, la differenza tra ansia e depressione, quanto può durare questa sindrome e cosa è possibile fare in concreto grazie ad un percorso breve di Psicoterapia Olistica.
Sindrome Ansioso Depressiva: cos’è e quali sono i sintomi più comuni
La sindrome ansioso depressiva è un disturbo multisfaccettato caratterizzato dalla peculiarità che la persona interessata soffre contemporaneamente di sintomi di ansia e depressione.
Questi sintomi disturbanti sono in genere associati tra loro, manifestandosi in maniera cronica. In alcuni momenti potrebbe sembrare che prevalga una componente rispetto all’altra, rendendo più difficile una diagnosi corretta a partire in maniera puntuale dai sintomi.
Si tratta di un disturbo che, soprattutto in questo particolare periodo storico, ha una diffusione sorprendentemente elevata nella popolazione. Se non trattato adeguatamente, esercita un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono.
I sintomi della depressione ansiosa possono variare da persona a persona, ma in genere includono l’ansia costante, la preoccupazione eccessiva, l’apatia, la tristezza e la generale riduzione del coinvolgimento nelle attività quotidiane, nonché la difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni.
Come già accennato, questi sintomi possono manifestarsi in modo intermittente o essere presenti in modo costante per diversi mesi o addirittura anni.
Il disturbo ansioso depressivo può essere causato da diversi fattori, tra cui uno stress continuativo o reiterato, periodi protratti di tensione o di sovraccarico emotivo, squilibri neurochimici e conflitti interiori persistenti e difficili da gestire.
Secondo l’International Classification of Diseases, 10th revision – Clinical Modification (ICD-10), la decima revisione della classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, alla sindrome ansioso depressiva è stato attribuito il codice F41.2 e la denominazione “Disturbo misto ansioso-depressivo“.
Nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico del Disturbi Mentali (DSM-5), invece, la sindrome ansioso depressiva è inquadrata come un disturbo depressivo persistente con presenza concomitante di caratteristiche ansiose.
Come si riconosce la depressione ansiosa (o ansia depressiva)?
Per la particolare natura di questo disturbo, si parla anche di depressione ansiosa o di ansia depressiva.
La depressione ansiosa è una forma di depressione che si caratterizza per la presenza di sintomi fisici e psicologici tipici dell’ansia, come la preoccupazione costante, la tensione muscolare e l’irrequietezza, oltre a svariati sintomi riconducibili alla depressione, quali tristezza, mancanza di interesse o piacere per le normali attività quotidiane, sensazione opprimente di vuoto interiore e anche pensieri o tentativi di suicidio.
La persona che soffre di sindrome depressiva ansiosa può percepire una costante confusione mentale e la difficoltà a gestire compiti o incombenze anche semplici, sentendosi quindi stanca dopo un modesto sforzo fisico o cognitivo, e presentando quasi sempre in aggiunta disturbi del sonno, disturbi del comportamento alimentare e una bassa autostima.
Oltre a questi tratti più comuni, può essere presente un senso di colpa costante, un‘ansia da separazione e una paura irrazionale di perdere (o aver già perso) l’affetto delle persone care.
“È difficile convincere una persona con la sindrome ansioso depressiva che ci sono ragioni per sentirsi bene quando si sente male, ma è possibile aiutarla a trovare ragioni per sentirsi meglio quando sta bene.”
(Aaron T. Beck)
In ogni caso, la depressione ansiosa può essere diagnosticata solo da un professionista qualificato, come uno psicoterapeuta o uno psichiatra, e solo dopo un’attenta anamnesi e valutazione dei sintomi riportati e della storia clinica del paziente.
Depressione ansiosa, test
I test per la depressione ansiosa sono strumenti di valutazione che mirano a identificare e misurare i sintomi concomitanti di depressione e ansia in un individuo.
Questi test per ansia e depressione sono spesso utilizzati dagli psicoterapeuti per valutare la gravità e la natura dei sintomi nei pazienti che presentano sia sintomi depressivi che ansiosi. Sono, in genere, costituiti da questionari o interviste strutturate progettate per raccogliere informazioni dettagliate sui sintomi dell’individuo. A ogni domanda o affermazione viene assegnato un punteggio in funzione di quanto la persona si trova in accordo.
Un punteggio elevato in un test depressione e ansia può indicare la necessità di un trattamento terapeutico o farmacologico mirato per affrontare entrambi i disturbi contemporaneamente e migliorare la qualità della vita del paziente.
Alcuni test sono studiati per misurare allo stesso tempo i livelli attuali di depressione, ansia e stress attraverso standard di ricerca definiti in modo rigoroso.
Bisogna sempre ricordare che questi stati negativi possono essere gestiti efficacemente e che il loro riconoscimento precoce rappresenta spesso il primo passo fondamentale verso l’ottenimento del supporto necessario per un recupero positivo.
Esempio di test per ansia e depressione
Senza che questo rappresenti un test ufficiale, ti lascio qui sotto alcune domande aperte che possono facilitare una valutazione del tutto preliminare e non diagnostica da fare comodamente a casa tua.
Puoi rispondere per iscritto o anche solo mentalmente. Se ti può aiutare, trasforma la domanda nell’affermazione corrispondente e quindi assegna un punteggio compreso tra 1 e 5 a ciascun punto, dove 1 indica che non percepisci la problematica descritta nell’affermazione o che non sei in accordo, mentre 5 indica la manifestazione più forte di quella dinamica o condizione.
- Ansia
- Negli ultimi giorni, hai avuto difficoltà a controllare preoccupazioni o pensieri ansiosi?
- Ti senti spesso agitato/a o nervoso/a senza una ragione apparente?
- Hai avuto recentemente sensazioni di tensione muscolare, crampi o irritabilità?
- Stress
- Ti senti sopraffatto/a dalle responsabilità quotidiane?
- Hai avuto difficoltà a rilassarti o a dormire a causa di preoccupazioni?
- Hai notato cambiamenti fisici, come mal di testa o disturbi gastrointestinali, associati a situazioni stressanti?
- Depressione
- Hai sperimentato una perdita di interesse o piacere nelle attività che normalmente ti piacciono?
- Ti senti stanco/a o privo/a di energia per gran parte della giornata?
- Hai avuto pensieri di tristezza, inutilità o disperazione ultimamente?
- Capacità di far fronte alle situazioni stressanti (coping)
- Quando ti senti ansioso/a, percepisci di non riuscire a mettere in campo strategie per far fronte alla situazione?
- Senti di non riuscire a gestire lo stress nella tua vita quotidiana?
- Percepisci resistenze all’idea di cercare supporto o consulenza professionale per affrontare questi sintomi?
- Impatto sulla vita quotidiana
- Questi sintomi di ansia, stress o depressione hanno influenzato la tua capacità di lavorare o studiare?
- Hanno avuto un impatto sulla tua vita sociale o sulle relazioni familiari?
- Ti sei sentito/a isolato/a o disconnesso/a dagli altri a causa di questi sintomi?
Un punteggio totale superiore a 45 può indicare che stress, ansia e depressione hanno un impatto significativo sulla tua vita quotidiana, quantomeno in questo momento specifico.
Ricorda, in ogni caso, che queste domande e affermazioni sono solo un punto di partenza e possono variare a seconda del test specifico utilizzato. Sono progettate per aiutare ad identificare inizialmente i sintomi al fine di garantire che le persone ricevano il supporto e il trattamento di cui hanno bisogno.
La differenza tra ansia e depressione
Ansia e depressione sono spesso interconnesse e possono manifestarsi simultaneamente in molte persone che iniziano a presentare una delle due condizioni.
In ogni caso, rimangono due condizioni distinte con sintomi solo parzialmente sovrapponibili.
L’ansia in genere si caratterizza per una sensazione di apprensione e preoccupazione costante, accompagnata da sintomi fisici come sudorazione, tremori, tachicardia e difficoltà di concentrazione. D’altra parte, la depressione si manifesta attraverso sentimenti di tristezza senza una ragione specifica e la mancanza di attrazione per le attività quotidiane. Può anche causare un abbassamento dei livelli di energia, alterazioni della qualità del sonno, problemi digestivi e difficoltà a effettuare scelte anche semplici.
La depressione porta, in misura variabile, a pensieri intrusivi negativi e alla perdita di speranza nel futuro, mentre l’ansia tende ad alimentare preoccupazioni su quello che potrà accadere e il timore che si realizzino avvenimenti avversi.
È importante distinguere tra depressione e ansia dal momento che necessitano di trattamenti diversi e mirati. In alcuni casi, possono anche essere presenti entrambe, richiedendo così una gestione combinata.
Sindrome ansiosa depressiva con attacchi di panico
La sindrome ansiosa depressiva con attacchi di panico è una forma di disturbo psicologico in cui si manifestano contemporaneamente sintomi di ansia, depressione e attacchi di panico. Le persone che soffrono di questa sindrome spesso sperimentano una sensazione di costante tensione e apprensione, accompagnata da pensieri negativi e da sentimenti di tristezza, diminuzione dell’interesse nei confronti della vita e, a tratti, disperazione.
Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi di paura intensa che possono durare da pochi secondi a diversi minuti. Nel mezzo di un attacco di panico, la persona può sperimentare palpitazioni, sudorazione, tremore, sensazione di soffocamento, il timore di avere un infarto, vertigini, nausea, percezione di svenimento, formicolio alle estremità corporee, brividi e calore improvviso. Gli attacchi di panico sono spesso associati ad un accentuato timore di perdere il controllo o addirittura di morire.
La sindrome ansioso depressiva con attacchi di panico in media ha conseguenze ancora più significative sulla qualità della vita di chi ne soffre, che tipicamente sperimenta serie difficoltà a svolgere le attività anche più semplici, a mantenere le relazioni interpersonali e a lavorare in modo produttivo.
Sindrome ansioso depressiva reattiva
La sindrome ansioso depressiva reattiva è una particolare declinazione che si innesca come reazione ad un evento doloroso o particolarmente stressogeno nella vita di un individuo, quali un lutto traumatico, un licenziamento inaspettato od un tradimento.
In questi casi, possiamo parlare dell’ingresso di un vero e proprio Cigno Nero nell’esistenza quotidiana della persona. Il concetto di cigno nero è stato introdotto dal saggista e filosofo libanese Nassim Nicholas Taleb nel suo libro del 2007 intitolato “Il cigno nero: l’impatto dell’improbabile”.
Un cambiamento forte ed irreversibile nel mondo che ci circonda ci costringe, nostro malgrado, ad una ristrutturazione interiore anche notevole.
Dobbiamo infatti ricordare che un individuo è tale e mantiene una certa identità psicologica anche in funzione di determinate caratteristiche dell’ambiente in cui si trova immerso. Se qualcosa di grosso in questo mondo viene rovesciato, alcuni mattoncini dell’identità possono letteralmente andare in frantumi.
E il processo fa male, a volte anche molto male.
L’atteggiamento successivo alla venuta di un cigno nero dipende ovviamente dalla natura stessa dell’evento inatteso.
In ogni caso, il tentativo di emersione di contenuti psichici dolorosi o inaccettabili, unitamente alla componente depressiva dell’evento sconvolgente, non fa altro che manifestare sintomi depressivi e ansia allo stesso tempo.
Le cause della Sindrome Ansioso Depressiva: un’analisi approfondita
Come già accennato, la depressione ansiosa è un disturbo complesso che può avere diverse cause, sia biologiche che psicologiche.
A livello biologico, è stato scoperto che alcune molecole specifiche (neurotrasmettitori) presenti nelle reti neurali del cervello, come la serotonina e la noradrenalina, possono avere un ruolo nella comparsa e nella gravità dei sintomi ansiosi e depressivi. Alcune persone possono poi avere una predisposizione genetica a sviluppare questo disturbo, che a sua volta può essere scatenato o rinforzato da eventi stressanti o traumatici.
In ogni caso, le cause della sindrome ansioso depressiva non sono limitate alla sfera biologica.
I fattori psicologici che possono intervenire sono i traumi emotivi, come abusi o violenze subite, e la presenza di stress cronico logorante, come quello legato a situazioni lavorative frustranti o a problemi familiari non risolti. Oltre a questo, anche lo stile di vita può influire: la mancanza di attività fisica, una dieta poco equilibrata o il consumo eccessivo di bevande alcoliche possono contribuire all’insorgenza di questa sindrome.
In alcuni casi, il disturbo ansioso depressivo può essere causato da una combinazione di fattori biologici e psicologici. Per fare un esempio, una persona con una predisposizione genetica alla depressione può sviluppare il disturbo dopo un evento stressante o traumatico. In altri casi, i sintomi ansiosi e depressivi possono essere innescati da una malattia fisica, come l’ipotiroidismo o la sindrome da affaticamento cronico.
La comparsa dell’ansia depressiva è, in generale, il risultato di una combinazione di fattori che interagiscono tra loro con modalità peculiari.
Non è comunque possibile applicare un approccio eccessivamente semplicistico o riduzionistico, anche perché la psiche umana mal si presta a questo genere di inquadramento. Non siamo costruiti a compartimenti stagni, anche se per ragioni terapeutiche è poi molto utile, e talora necessario, trovare un “punto di accesso” efficace.
Come per altri disturbi, individuare le cause più rilevanti della sindrome ansioso depressiva aiuta ad affrontare il disturbo in modo opportuno.
Sindrome ansiosa depressiva, quanto dura?
Questa è una delle domande che più spesso si pongono le persone che ne soffrono, soprattutto alla luce dell’impatto di questa condizione sulla qualità della loro vita quotidiana e dei rapporti interpersonali.
La durata della sindrome ansiosa depressiva dipende da molti fattori, tra cui la gravità dei sintomi, la presenza di altre patologie concomitanti o disturbi, la capacità dell’individuo di gestire lo stress e il supporto sociale di cui può o meno beneficiare.
Per dare un’indicazione di massima, il disturbo ansioso depressivo può durare da alcune settimane a diversi mesi, ma in alcuni casi purtroppo può arrivare a tormentare la persona anche per anni se non viene affrontato e trattato adeguatamente.
Anche per la sindrome ansioso depressiva reattiva i sintomi tipici si protraggono in genere per alcuni mesi, risultando quindi mediamente meno persistenti rispetto alla depressione maggiore.
Una diagnosi tempestiva e un intervento terapeutico appropriato e focalizzato possono aiutare a ridurre la gravità e durata dei sintomi, migliorando la qualità della vita del paziente.
Come affrontare la Sindrome Ansioso Depressiva in ambito lavorativo
L’ambito lavorativo non fa eccezione e può anch’esso risultare impattato dal disturbo ansioso depressivo. Per certi versi, anche alla luce dell’impegno cognitivo che è solitamente richiesto per lo svolgimento delle mansioni assegnate, è forse la sfera dove con più facilità possono emergere i sintomi caratteristici.
Come già visto, ansia e depressione possono compromettere la capacità di concentrarsi, la motivazione e l’efficienza lavorativa, contribuendo alla manifestazione di una serie di sintomi riconducibili al perimetro del burnout.
Una persona che soffre di burnout può infatti sperimentare anche sintomi tipici della sindrome ansioso depressiva, come la sensazione di essere sopraffatta, l’ansia per il futuro o la diminuzione generale della motivazione. D’altro canto, una persona in stato ansioso depressivo può trovarsi in una situazione di stress lavorativo che contribuisce al peggioramento dei relativi sintomi, in un circolo vizioso che si autoalimenta.
Tre semplici strategie applicabili in piena autonomia: si guarisce dalla sindrome ansioso depressiva?
Dopo aver riconosciuto la presenza di questo disturbo, è possibile mettere in campo fin da subito alcune strategie che possono aiutare ad affrontarlo specificamente nell’ambito lavorativo.
In primo luogo, è importante cercare il supporto del proprio medico curante e/o di uno psicoterapeuta, meglio se con formazione in ambito medico, per avere una diagnosi accurata e avviare un percorso di cura adatto. Nella maggior parte dei casi, può risultare necessario ricavarsi del tempo libero dal lavoro o comunque alleggerire il peso di alcune incombenze lavorative.
Come secondo aspetto, è consigliabile comunicare con il proprio datore di lavoro o con il Responsabile delle Risorse Umane. In questo modo, si potranno mettere in atto alcune strategie per ridurre il carico di stress derivante dal lavoro, come una riduzione degli orari o la loro flessibilità.
In terzo luogo, è importante mantenere il più possibile uno stile di vita sano ed equilibrato, riducendo il consumo di cibi industriali particolarmente ricchi di zuccheri raffinati, che per loro natura danno una gratificazione immediata ma effimera, e facendo attività fisica con la maggiore regolarità possibile.
Analogamente ad altre condizioni, le tecniche di rilassamento fisico e mentale, quali la meditazione, il grounding o lo yoga, si rivelano molto utili per gestire lo stress e ridurre l’ansia.
Anche se può sembrare difficile mettere in campo queste azioni a partire da una condizione emotiva o mentale gravosa e negativa, potrebbero bastare anche pochi minuti per ritrovare in piccola parte la motivazione.
Un piccolo trucco sta nel cercare di prevenire un picco di negatività o di intensificazione dei sintomi agendo a partire da un momento in cui ci si sente un po’ meglio, con l’obiettivo di potenziare e di allungare questa relativa positività.
Bisogna in ogni caso ricordare che queste tecniche di per sé non sono curative, ma possono essere applicate in autonomia dalla persona in vista dell’inizio di un percorso di psicoterapia adeguato per lavorare sulle radici profonde del disturbo.
Sindrome Ansioso Depressiva, terapia e cura con l’approccio olistico breve
Prima di concludere questo articolo, vediamo se e come si guarisce dalla sindrome ansioso depressiva grazie ad una terapia mirata.
La psicoterapia olistica risulta un approccio terapeutico particolarmente efficace per affrontare questo disturbo.
Ho già approfondito in un articolo dedicato la concezione dell’ansia in chiave olistica e il suo significato peculiare all’interno delle complesse dinamiche della psiche.
Questa metodologia di trattamento psicoterapeutico considera la persona nella sua interezza, lavorando sulle diverse dimensioni del suo essere: fisica, emotiva, mentale e spirituale.
L’obiettivo della psicoterapia olistica è di individuare e risolvere le cause profonde della patologia, riattivando anche il potenziale di guarigione interno del paziente. Per questo scopo, bisogna innanzitutto rimuovere gli ostacoli, i blocchi e le difese che alimentano la distorsione alla base del sintomo.
“È importante comprendere che la sindrome ansioso depressiva non è una condizione definitiva, ma un percorso che può essere superato con l’aiuto adeguato e la volontà di cambiare.”
Aaron T. Beck
Una direzione virtuosa del lavoro psicoterapeutico è la presa di coscienza delle dinamiche che stanno alla base di un determinato disturbo, a cui deve seguire un percorso di accettazione e di integrazione per ridurre la necessità della rimozione.
Il trattamento opera sempre assecondando le naturali dinamiche della psiche, con l’eccezione delle fasi iniziali del percorso dove in qualche caso potrebbe essere utile agire frontalmente contro una difesa psicologica con il fine di farla emergere in tutta la sua potenza e di farla riconoscere dal paziente.
Nella seconda metà di un ciclo di sedute il carico conflittuale deve iniziare a sciogliersi, aprendo così nuovi spazi psicologici dove la persona può scoprire nuove parti di sé, ma anche risorse interne che non credeva di avere, aumentando così l’assertività e l’efficienza nei vari ambiti della propria vita.
Se vuoi più informazioni sulla Psicoterapia Medica Olistica oppure prenotare la prima seduta con me, puoi compilare il modulo di contatto che trovi all’inizio della Pagina Contatti.
Medico psicoterapeuta
Sono iscritta all’Albo Professionale dei Medici dall’anno 2008 ed esercito la professione di Psicoterapeuta sia per mezzo di sedute online (via Zoom o Skype) che in presenza nel mio Studio privato vicino al centro storico di Novara.
Perché rivolgersi ad un medico psicoterapeuta?
Grazie alla sua duplice formazione medica e psicoterapeutica, un medico psicoterapeuta è in grado di valutare il paziente non solo dal punto di vista meramente psicologico, ma anche di considerare eventuali fattori biologici, medici e farmacologici che possono influenzare il disturbo, conflitto interiore o disagio portato dal paziente.
Questo permette una presa in carico olistica, in cui si possono trattare problematiche emotive, psichiche e fisiche in modo sinergico, personalizzando il percorso terapeutico per ottenere risultati più efficaci e duraturi.
I vantaggi tangibili per il paziente consistono in tempi mediamente più brevi rispetto alla psicoterapia tradizionale e senza limitarsi a quella che potrei definire come “terapia dell’ascolto”.
Dott.ssa Elisa Scala, medico psicoterapeuta a Novara
Buongiorno Dottoressa, il suo metodo mi affascina molto però non essendo per me ma per mia figlia che ha 18 anni le vorrei porre delle domande.
Lei è stata ricoverata per due mesi e mezzo in seguito ad una crisi di mania, le è stato diagnosticato il bipolarismo, ora finalmente sta molto meglio ma è in una fase depressiva ansiosa, si stanca molto facilmente ed è molto preoccupata per la perdita e la considerazione degli amici su di lei, ci tengo a precisare che gli amici l’hanno abbandonata sul serio, ha dovuto lasciare anche la scuola e la danza che praticava da 14 anni. Mi domandavo se nella sua situazione la pratica olistica sarebbe utile e se si potrebbe fare senza causare delle conseguenze. Sofia assume anche farmaci abbastanza importanti.
Grazie per la sua cortese risposta
Cordialmente
Atzori Michela
Buongiorno Michela,
mi dispiace per la situazione di sua figlia che mi riporta.
Un percorso di psicoterapia può sicuramente essere utile, dal momento che ha già un supporto farmacologico, anche se dovrebbe essere consigliato espressamente dallo psichiatra curante come integrazione e prosieguo di quanto impostato in precedenza.
In questo senso l’approccio olistico, lavorando in contemporanea su più dimensioni e aspetti della persona, può portare dei buoni risultati.
Nel caso di inizio di un percorso con me, mi confronterò in prima battuta con lo psichiatra curante in modo da procedere in maniera concertata nel migliore interesse di sua figlia.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Elisa Scala