Il blocco emotivo è una condizione psicologica in cui una persona sperimenta difficoltà a riconoscere, esprimere o gestire le proprie emozioni in maniera sana e spontanea.
Si caratterizza per la presenza di emozioni accumulate e bloccate nell’unità psiche-soma e rappresenta una dinamica molto frequente, anche se il più delle volte non vi è consapevolezza. Questo è dovuto in buona parte alla sua particolarità di essere “aspecifico”, quindi potenziale conseguenza o sintomo di un’ampia serie di condizioni, traumi o disturbi psicologici.
Tutti avranno avuto esperienza, almeno una volta, di una persona, un familiare o un amico che dice di sentirsi bloccato e di non riuscire più ad andare avanti. O, in alternativa, che lamenta di non essere in grado di modificare una situazione che gli causa sofferenza, anche se le ha provate tutte.
O, magari, sei tu in prima persona ad aver sperimentato qualcosa di simile.
Il blocco emotivo crea una sorta di barriera difensiva dentro di te, finendo inevitabilmente con il limitare l’utilizzo delle preziose risorse personali che altrimenti sarebbero a tua disposizione. Questa diga potrebbe da un lato avere valenza protettiva, di difesa rispetto a contenuti percepiti come eccessivamente dolorosi e insostenibili, ma dall’altro può anche essere la conseguenza diretta di un’esperienza dolorosa o traumatica.
In ogni caso, questa barriera impedisce di ragionare in modo chiaro, di prendere decisioni consapevoli e di entrare in contatto pieno con la tua dimensione emotiva. Di conseguenza, diventa un ostacolo che interferisce con il tuo progresso attraverso le diverse fasi della vita.
Nell’articolo esplorerò il significato e le cause del blocco emotivo, oltre ai sintomi fisici e psicologici che ci consentono di capire se effettivamente soffriamo di questa condizione.
Vedremo alcune delle sue più importanti declinazioni, come il blocco emotivo in amore e dopo tradimento, indagando anche la vera origine dei vissuti rimossi con la metafora della perla.
Alla fine ti presenterò i possibili aspetti karmici come ombre del nostro passato associate a blocchi emotivi che possiamo sperimentare nella nostra esistenza attuale.
Blocco emotivo, cause e sintomi fisici
Il blocco emotivo è una condizione psicologica che si verifica quando alcune cariche energetiche emotive si trovano in uno stato bloccato o cristallizzato nel profondo della nostra psiche.
Può essere causato da una varietà di fattori, tra cui esperienze traumatiche, stress cronico, perdite significative o difficoltà relazionali.
Quando non riusciamo a sentire ed esprimere adeguatamente le nostre emozioni, queste possono rimanere intrappolate in noi, con tutte le conseguenze negative che un simile stallo porta con sé.
Oltre agli effetti sulla sfera delle emozioni da cui si origina, un blocco emotivo si manifesta in genere attraverso sintomi fisici e psicologici. Quello più comune, che poi è direttamente collegato alla sua dinamica, è la difficoltà ad esprimere le proprie emozioni in maniera fluida e priva di attrito.
L’energia psichica che non fluisce adeguatamente, nel momento in cui raggiunge una certa intensità, innesca sempre dei sintomi fisici sul piano corporeo. I sintomi sono l’unico elemento che vediamo in superficie e che ci possono rivelare la presenza di emozioni bloccate nel corpo.
I blocchi emotivi hanno poi una connessione diretta con l’alessitimia, la condizione in cui una persona non riesce a trovare le parole per esprimere le proprie emozioni. Se queste, a maggior ragione, sono sequestrate nel corpo, la persona avrà difficoltà insormontabili a contattarle e a manifestarle non solo agli altri ma anche a sé stessa.
Blocco emotivo, come si manifesta
Alcune persone possono manifestare una sensazione di oppressione al petto o nel plesso solare, difficoltà respiratorie, mal di testa, tensione muscolare o disturbi del sonno. Altri sintomi fisici possono includere stanchezza cronica, problemi gastrointestinali, bruxismo o dolore cronico senza una causa apparente.
È importante ricordare sempre che questi sintomi, essendo il risultato di un blocco emotivo, non sono mai il problema di per sé, ma solo la spia di qualcosa di più profondo che necessita della nostra attenzione e consapevolezza per essere trasformato.
Un blocco emotivo è quindi una causa piuttosto frequente che si cela dietro le quinte di un disturbo psicosomatico e dei cosiddetti Medically Unexplained Symptoms (MUS), cioè tutti i sintomi somatici senza una ragione medica evidente.
Come capire se ho un blocco emotivo?
I 5 segnali più importanti della presenza di un blocco emotivo e di una serie di emozioni immobilizzate nel corpo sono:
- Ritenersi in qualche modo “fuori posto” o inappropriati, anche senza una ragione apparente;
- Percepire alcuni sintomi dell’ansia e frustrazione indipendentemente dalle specifiche circostanze;
- Avere un’eccessiva paura del giudizio degli altri o di essere sempre sgridati, con conseguenti comportamenti di evitamento;
- Essere cronicamente insoddisfatti o comunque una tendenza quasi spontanea del tono dell’umore a scendere;
- Nutrire la convinzione di aver fatto sempre la scelta sbagliata, oppure sentirsi del tutto incapaci di scegliere e rimanere quindi in una sorta di stallo.
Individuare il sintomo di per sé non è sufficiente, dal momento che va sempre contestualizzato all’interno del complesso tessuto psichico della persona e poi ricondotto agli eventuali comportamenti disfunzionali messi in campo.
Sono bloccata, non riesco a fare niente
Sentirsi bloccati e incapaci di fare qualsiasi cosa è un’esperienza frustrante e debilitante che può derivare da un blocco emotivo, che di fatto è anche un blocco energetico.
Come visto, si verifica quando emozioni irrisolte o represse, come paura, ansia o tristezza, impediscono di agire e di prendere decisioni.
Questa dinamica può manifestarsi come una paralisi psicologica, dove anche compiti semplici diventano insormontabili. Le emozioni non elaborate si accumulano e creano una barriera invisibile che limita la capacità di agire con assertività.
Se il riconoscimento e l’espressione delle emozioni presentano delle difficoltà, il plesso solare arriva a generare sensazioni fisiche di tensione o congestione.
Questo stato emotivo può, a sua volta, causare un blocco psicologico, che possiamo definire come un ostacolo mentale che impedisce di pensare chiaramente, di prendere decisioni o di agire in modo efficace.
Blocco emotivo e pianto
Il blocco emotivo e il pianto sono spesso associati, anche se il secondo può avvenire quando vi è una sorta di rilascio, anche se parziale e temporaneo, del blocco stesso. Puoi vederlo come una diga che per un breve lasso di tempo lascia fluire parte dell’acqua che contiene.
Il pianto è una forma naturale di espressione emotiva che può aiutare ad alleggerire, seppur in genere per poco tempo, il peso delle emozioni accumulate. Questo perché, al richiudersi della diga, il bacino delle emozioni tornerà a colmarsi in tempi relativamente brevi.
In ogni caso, quando il blocco è pienamente operativo potremmo sperimentare difficoltà nel lasciar fluire le lacrime. Il blocco emotivo impedisce infatti al pianto di emergere in modo autentico e completo, trattenendo le emozioni all’interno di noi stessi. Questo può contribuire a un senso di oppressione e ad un accumulo di tensione emotiva.
Affrontare il blocco emotivo con i giusti strumenti consente di ristabilire un equilibrio interiore più stabile e di riattivare la nostra capacità di piangere liberamente. Il pianto, in questo senso, può essere visto come uno spazio di autenticità e di guarigione, oltre che di un ritorno del fluire di ciò che è stato trattenuto per troppo tempo.
Come blocchi emotivi e ansia possono creare una prigione psichica
Blocco emotivo e ansia sono spesso collegati in maniera intima, andando in qualche modo a braccetto e creando una sinergia negativa per la persona.
L’ansia maschera e vela dei contenuti psichici inaccettabili, di cui si pone come un guardiano della soglia, potendo decidere chi può passare ed entrare. La presenza di un blocco emotivo nel tessuto psichico di una persona può, dall’altra parte, facilmente generare ansia che finisce con l’impedire alla persona di vederlo.
C’è anche un altro aspetto da considerare.
Quando si verifica un blocco emotivo, le emozioni non espresse possono accumularsi e generare un aumentato senso di tensione interna. Questa tensione a sua volta può manifestarsi attraverso sintomi fisici e mentali, inclusa l’ansia.
D’altro canto, l’ansia stessa può essere alimentata dal fatto di trattenere le emozioni e dalla paura di vedere le nostre vulnerabilità. Allo stesso tempo, l’ansia può ulteriormente ostacolare la capacità di connettersi alle proprie emozioni, creando un circolo vizioso.
Affrontare il blocco emotivo è cruciale per ridurre l’ansia e iniziare ad alleviare la tensione interna accumulata.
Blocco emotivo in amore
Nella maggior parte dei casi il blocco emotivo si sviluppa come un meccanismo di difesa rispetto ad un contenuto psichico doloroso e percepito come ingestibile. È una modalità che la psiche mette in atto per sopravvivere ad un problema, attutendo il suo impatto e frapponendo una membrana tra il dolore e la sfera della consapevolezza.
È come se il contenuto percepito come intollerabile venisse avvolto ed isolato dal resto del tessuto psichico, impedendogli di entrare in contatto con la nostra coscienza. Non si può eliminare o espellere da noi, ma si può neutralizzare e rendere innocuo, ovviamente con costi energetici importanti.
Il blocco emotivo in amore, proprio per la natura intima delle relazioni, può funzionare ancora di più come una barriera difensiva, alimentando la paura di amare, o filofobia.
Blocco emotivo e paura di amare
Quando ci troviamo bloccati emotivamente sperimentiamo in genere delle serie difficoltà nel connetterci in modo autentico con il nostro partner o nell’esprimere i nostri sentimenti più profondi.
Il blocco psicologico in amore può derivare da esperienze passate dolorose di tradimento, ferite emotive, bisogni non riconosciuti dal partner o eventi traumatici di abbandono. Potremmo, di conseguenza, trovarci inconsciamente a sabotare le nostre relazioni o a mantenere una distanza emotiva per salvaguardarci ed evitare di rivivere questi dolori antichi.
La persona blocca così i propri sentimenti per proteggersi da possibili ferite future. Questo meccanismo di difesa si manifesta come paura di amare, impedendo al soggetto di aprirsi e di costruire nuove relazioni intime.
Il dialogo risulterà più difficoltoso, soprattutto alla luce del fatto che vi saranno aree grigie dove la persona che presenta il blocco non vorrà avventurarsi. È come avere dei cassetti della psiche che sono stati chiusi, sigillando il loro contenuto ed impedendo ogni forma di contatto.
I blocchi emotivi possono essere legati a stili di attaccamento ansiosi o evitanti, sviluppati durante l’infanzia. Una persona con attaccamento ansioso può temere l’abbandono, mentre una con attaccamento evitante può temere la vicinanza e l’intimità. Entrambi questi stili possono amplificare la paura di amare.
A tutto questo possiamo anche aggiungere che chi soffre di blocchi emotivi spesso ha una bassa autostima. La paura di non essere degni di amore o di non essere in grado di sostenere una relazione può contribuire nettamente alla filofobia.
Un blocco emotivo può poi essere alimentato da convinzioni irrazionali sulle dinamiche di relazione, come la credenza “l’amore è solo sofferenza” o “non merito di essere amato/a per quello che sono”.
Affrontare il blocco emotivo in amore richiede un’apertura alla consapevolezza delle proprie emozioni e una volontà di esplorare e guarire le ferite del passato. Questo orizzonte è uno dei punti chiave del lavoro con la psicoterapia olistica.
Lui ha un blocco emotivo
La società impone agli uomini, anche se il più delle volte solo in via indiretta tramite modelli e stereotipi ampiamente sdoganati dai media, di essere forti, razionali e di nascondere le proprie emozioni. Si è consolidato il messaggio secondo cui la manifestazione delle proprie emozioni dovrebbe essere di pertinenza del solo sesso femminile, dal momento che in un uomo è sintomo di debolezza. Un discorso analogo, e anche più marcato, vale per l’atto di piangere.
Un uomo bloccato emotivamente si trova senza dubbio ad affrontare un momento di grande sfida nella propria vita.
Il blocco psicologico porta, per sua stessa natura, ad un accumulo di tensione psichica e a difficoltà ad esprimere e comprendere in modo diretto ciò che accade dentro di sé.
Un blocco emotivo può manifestarsi attraverso una mancanza di comunicazione aperta e sincera, una distanza emotiva nelle relazioni o una tendenza ad evitare situazioni che richiederebbero un coinvolgimento personale più profondo.
In un uomo, poi, ulteriori segnali potrebbero essere il rintanarsi nelle attività lavorative, la focalizzazione ossessiva sulla produttività e la lontananza dal partner.
La ricerca costante dell’azione al di fuori di sé è un ottimo modo per coprire ed evitare il contatto con determinati vissuti o contenuti psichici percepiti come dolorosi o ingestibili.
Dopo aver visto la sua natura di meccanismo di difesa, passiamo adesso a vedere in concreto come aiutare una persona con blocco emotivo.
Da donna, come aiutare il tuo partner con un blocco emotivo sentimentale?
In questo caso, la prima domanda da porsi è come sbloccare un uomo bloccato emotivamente e se questo sia possibile.
Lavorare su un blocco emotivo nelle relazioni è un processo che porta il centro della coscienza a diretto contatto con dinamiche psicologiche delicate, quasi sempre dolorose, richiedendo senza dubbio una certa dose di coraggio e di determinazione.
Ecco alcune azioni che, da donna, puoi mettere in campo fin da oggi se ti accorgi che lui è bloccato emotivamente:
- Mostra empatia e connessione emotiva. Ricorda che un blocco emotivo può derivare da diverse cause, come esperienze passate, pressioni sociali e professionali o anche paure personali. Mostra comprensione e sostegno nei suoi confronti, favorendo almeno tra le mura domestiche un posto sicuro ed accogliente in cui possa sentirsi a proprio agio ad iniziare ad aprirsi.
- Comunica più apertamente ed evita le dinamiche sottili di manipolazione. Esprimi il tuo desiderio di comprendere e condividere le emozioni con il tuo partner. Invitalo a parlare delle sue esperienze, paure o preoccupazioni per consolidare un clima di fiducia reciproca. Evita quanto più possibile le dinamiche manipolatorie o tutti i sottintesi all’interno del dialogo.
- Offri supporto concreto. Quando sarà il momento, incoraggia il tuo partner ad affrontare il blocco emotivo anche attraverso un sostegno professionale. Suggerisci la possibilità di cercare l’aiuto di uno psicoterapeuta olistico, che avrà come cardine principale del lavoro psicologico proprio la dimensione emotiva inconscia.
- Pratica l’accoglienza e il rispetto. Evita di giudicare o criticare il tuo uomo bloccato in amore per la sua condizione. Sii paziente e rispetta i suoi tempi nel lavorare su sé stesso. Focalizzati sulla creazione di un ambiente amorevole e di accettazione, dove entrambi possiate crescere e svilupparvi sia come individui che, soprattutto, come coppia.
- Non dimenticarti di te stessa. Il principio generale è che possiamo aiutare gli altri solo se stiamo bene con noi stessi. Prenditi quindi cura anche del tuo benessere emotivo, fisico e mentale. È più difficile aiutare il tuo partner se tu stessa non stai bene e non fai nulla per preservare il tuo equilibrio interiore mentre affronti questa situazione.
È importante poi ricordare che ogni persona è unica e il processo per superare un blocco emotivo relazionale solitamente richiede tempo ed impegno.
Grazie anche al supporto della figura di uno psicoterapeuta, meglio se ad indirizzo olistico, un uomo può esplorare le radici del suo blocco psicologico, affrontare tutte le convinzioni limitanti sulla mascolinità che albergano in lui e imparare a connettersi con la propria dimensione emotiva in modo autentico.
Sbloccare questa area fondamentale può portare a una maggiore consapevolezza di sé, relazioni più appaganti e un ritrovato senso di connessione con il partner.
Blocchi emotivi dopo tradimento
Il blocco emotivo dopo un tradimento è una risposta comune alla ferita profonda e alla violazione dell’intimità che uno dei due partner si è trovato di fronte.
La persona tradita sperimenta una serie di emozioni intense come attacchi di rabbia, dolore, delusione e la percezione forte di profanazione dello spazio intimo.
Queste emozioni si accumulano e, se non hanno modo di essere riconosciute ed espresse nei modi giusti, finiscono con il creare un blocco emotivo, rendendo poi difficile affrontare ed elaborare le sensazioni connesse all’evento traumatico.
Il blocco emotivo è come un fortino che la psiche costruisce intorno a contenuti dolorosi utilizzando proprio quell’energia che ha smesso di fluire e di essere espressa verso l’esterno.
Il mancato riconoscimento, unito a comportamenti sia esteriori che interiori di evitamento di un certo vissuto, può facilmente portare ad una situazione di blocco, dove il carico energetico di sofferenza viene come sequestrato, incapsulato e rimosso dal fluire delle energie psichiche.
Il blocco emotivo può qui manifestarsi attraverso una mancanza di fiducia nel partner, una paura di riaprirsi all’amore o una difficoltà a connettersi emotivamente con gli altri.
Gestire un blocco emotivo dopo un tradimento richiede tempo, pazienza e quasi sempre uno specifico sostegno psicologico da gestire sia individualmente che nella forma di una terapia di coppia.
Dopo una delusione si diventa freddi
Una delusione profonda, soprattutto in ambito affettivo, conduce facilmente ad una chiusura emotiva, spesso percepita genericamente come “freddezza”. Questo stato non è altro che una difesa inconscia per proteggersi da ulteriori sofferenze.
Quando le emozioni legate ad una delusione non vengono elaborate, possono svilupparsi blocchi emotivi, una sorta di barriera psicologica che impedisce alla persona di entrare in contatto con i propri sentimenti e di potersi “scottare di nuovo”.
Questa freddezza emotiva non rappresenta una vera insensibilità, ma un meccanismo di sopravvivenza che porta l’individuo a reprimere il proprio sentire e a chiudere a doppia mandata il proprio mondo interiore.
Dopo una delusione si diventa freddi, quindi, non per mancanza di sensibilità, ma perché il dolore spinge ad innalzare sbarramenti per ripararsi da nuove ferite.
Blocco emotivo in amore, come superarlo
Per superare un blocco emotivo in amore la chiave principale da cui prendere le mosse risiede nell’apertura e nella consapevolezza di sé.
È un percorso che richiede il coraggio di esplorare le proprie emozioni e di affrontare le ombre e le ferite del passato.
La prima cosa da fare è riconoscere e accettare l’esistenza del blocco emotivo, senza giudicarsi o colpevolizzarsi. In un secondo momento, è importante impegnarsi nel lavoro interiore, preferibilmente con il supporto di una psicoterapeuta olistica, per esplorare le cause profonde del blocco e affrontare i traumi emotivi associati.
La consapevolezza delle proprie emozioni e degli schemi comportamentali limitanti può consentire di affrontare il blocco psicologico in modo più efficace.
Oltre a ciò, è fondamentale sviluppare una comunicazione aperta e autentica con il partner, condividendo i propri vissuti e praticando l’ascolto profondo dell’altro. La coltivazione di una connessione intima ed empatica già di per sé è in grado di favorire un parziale allentamento del blocco.
Bisogna comunque sempre ricordare che il percorso per superare un blocco emotivo in amore richiede tempo, impegno costante e il coinvolgimento anche del partner.
La psicoterapia mette a disposizione un ambiente sicuro e protetto in cui il paziente può esplorare tutti i vissuti dolorosi legati ad un tradimento o ad esperienze emotive dolorose del suo passato, aiutando il ritorno del fluire delle emozioni trattenute e promuovendo la guarigione emotiva.
La liberazione dal blocco energetico può aiutare a vivere relazioni più appaganti, basate sulla fiducia, l’intimità e l’amore incondizionato.
Blocco emotivo dopo lutto
Il blocco emotivo dopo un lutto è un’esperienza assolutamente comune ma complessa che può manifestarsi dopo la perdita di una persona cara.
Quando ci troviamo a vivere ed affrontare la morte di una persona amata, accade facilmente che le nostre emozioni si intreccino in un groviglio di dolore, tristezza, rabbia e confusione.
Il lutto, soprattutto nelle fasi iniziali, è accompagnato dalla negazione e dal rifiuto, lasciando il soggetto che lo sta vivendo senza la capacità di esprimere adeguatamente ciò che sente al suo interno. Si viene così a creare un fiume di emozioni trattenute, soppresse, negate alla luce della consapevolezza, che sembrano sequestrate nel profondo del nostro essere.
Il blocco emotivo dopo lutto può avere un impatto significativo sulla nostra capacità di elaborare la perdita e di ritrovare un nuovo equilibrio interiore, per quanto questo sia un processo che indubbiamente richiede tempo.
In questi momenti è essenziale cercare il sostegno di uno psicoterapeuta che ci aiuti ad affrontare le complesse emozioni del lutto e a sciogliere il flusso delle nostre emozioni per facilitare il processo di rielaborazione e di guarigione.
Blocchi emotivi in psicologia e la metafora della perla: come la nostra psiche incapsula i vissuti dolorosi
La genesi del blocco psicologico sequestra pacchetti di informazioni e contenuti dolorosi, consentendo alla persona di andare avanti in quel frangente complesso. La psiche del soggetto rimuove e incapsula ciò che la coscienza non riesce a gestire, nell’ottica di una possibile rielaborazione e risoluzione spontanea.
Nella maggior parte dei casi, però, questa rielaborazione non può avvenire e l’energia psichica associata a quel contenuto rimane sequestrata, dando origine al blocco vero e proprio.
Puoi vedere la dinamica come un granello di sabbia o un piccolo corpo estraneo che si insinua nella cavità palleale di un’ostrica e viene così ricoperto da strati successivi di madreperla per difendere i tessuti irritati dell’animale. Tutta la modalità di creazione della perla, a ben guardare, non risolve il problema iniziale, cioè la presenza di un corpo estraneo indesiderato, ma si limita a neutralizzarne gli effetti.
Non solo, le cariche energetiche inconsce guidano da dietro le quinte tutti i nostri comportamenti, anche quelli apparentemente più anomali o decorrelati. Rappresentano a tutti gli effetti un mondo nascosto, sotterraneo ma molto potente che agisce in un certo senso come il nostro burattinaio personale.
Di per sé non possiamo fare niente per modificare i nostri comportamenti se prima non risaliamo alle loro cause principali, cioè a quella dimensione quasi sempre inesplorata che vive nei meandri del nostro inconscio.
Sarebbe come pretendere di ripulire l’acqua di un fiume agendo solo a livello della sua foce, quando ormai i suoi flussi si stanno già riversando in mare. E magari vi è una causa forte di inquinamento o di intorbidamento nei pressi della sorgente a monte.
Blocchi karmici: quando è il nostro passato che rallenta il presente
Il blocco emotivo e il concetto di karma sono legati da un filo sottile, anche se molto significativo.
Il karma (dal sanscrito karman, ‘azione, risultato, operazione, causa che porta a determinati effetti’) è un termine della religione e filosofia indiana che indica un principio fondamentale: le nostre azioni ripetute, nonché i nostri stessi pensieri, possono influenzare e plasmare ciò che viviamo nella nostra realtà presente e futura. È riconducibile, per certi versi, al terzo principio della Dinamica di azione e reazione.
Quando siamo in stallo emotivo, cresce in noi un accumulo di emozioni bloccate nel corpo, non riconosciute ed elaborate, tra cui rabbia, dolore o risentimento. Queste cariche energetiche non risolte e persistenti possono influire sul nostro stato emotivo attuale, creando disarmonia e bloccando il flusso delle energie positive nella nostra vita.
Non solo, ma il blocco può sclerotizzare le dinamiche del pensiero, fornendo carburante per lo sviluppo ed il mantenimento di pensieri ossessivi e ripetitivi. E, come visto, anche il pensiero ripetuto e consolidato dentro di noi crea karma.
Affrontare il blocco emotivo è sicuramente un modo per rendere coscienti ed iniziare a sciogliere alcuni aspetti negativi del karma e a liberare il peso delle emozioni passate.
In questo contesto, la Psicoterapia Medica Olistica guida la persona nell’esplorazione delle dinamiche emotive e la aiuta a sviluppare strumenti per guarire e trasformare le emozioni bloccate.
Questo apre la strada ad una maggiore consapevolezza emotiva e ad un nuovo equilibrio interno, permettendole il ritorno ad una vita più piena e autentica attraverso l’integrazione (e non la rimozione) delle esperienze dolorose e dei contenuti psichici inaccettabili.
Se vuoi più informazioni sulla Psicoterapia Medica Olistica oppure prenotare la prima seduta con me, puoi compilare il modulo di contatto che trovi all’inizio della Pagina Contatti.
Medico psicoterapeuta
Sono iscritta all’Albo Professionale dei Medici dall’anno 2008 ed esercito la professione di Psicoterapeuta sia per mezzo di sedute online (via Zoom o Skype) che in presenza nel mio Studio privato vicino al centro storico di Novara.
Perché rivolgersi ad un medico psicoterapeuta?
Grazie alla sua duplice formazione medica e psicoterapeutica, un medico psicoterapeuta è in grado di valutare il paziente non solo dal punto di vista meramente psicologico, ma anche di considerare eventuali fattori biologici, medici e farmacologici che possono influenzare il disturbo, conflitto interiore o disagio portato dal paziente.
Questo permette una presa in carico olistica, in cui si possono trattare problematiche emotive, psichiche e fisiche in modo sinergico, personalizzando il percorso terapeutico per ottenere risultati più efficaci e duraturi.
I vantaggi tangibili per il paziente consistono in tempi mediamente più brevi rispetto alla psicoterapia tradizionale e senza limitarsi a quella che potrei definire come “terapia dell’ascolto”.
Dott.ssa Elisa Scala, medico psicoterapeuta a Novara
Mi sento tutta nel mentale..con pensieri ossessivi che mi tolgono che mi tolgono energia mi sento stanca sia a livello fisico che mentalegrazie
Buonasera Luisanna,
il mondo d’oggi favorisce senza dubbio un’eccessiva attivazione del mentale a scapito del contatto con la propria parte emotiva.
Riconnettersi con la dimensione delle emozioni e riconoscere eventuali blocchi è un passaggio fondamentale, a maggior ragione nell’approccio olistico in psicoterapia.
Quello che può fare fin da subito per porre un freno al mentale è praticare la percezione del corpo, ad esempio tramite tecniche di grounding, tutte le volte che ne ha l’opportunità o in cui percepisce che il rimuginio mentale diventa eccessivo.
Il corpo è il teatro delle emozioni, quindi sentire il corpo avvicina senz’altro alla sfera emotiva.
Anche la pratica della respirazione consapevole, che ho accennato in qualche articolo, può essere molto importante.
È utile anche tenere un diario dei propri stati emotivi più importanti, se possibile su base quotidiana. Tutto ciò che viene messo nero su bianco perde parte della sua influenza su di noi, dal momento che si indebolisce il processo di identificazione e che lo possiamo vedere in qualche modo “da fuori”.
Oltre a queste strategie semplici applicabili fin da subito, può risultare utile anche andare ad esplorare le radici profonde del rimuginio mentale, di cui ho parlato estesamente in questo articolo: https://psicoterapeutanovara.it/pensieri-ossessivi-e-rimuginio-mentale-come-liberarsene/
Se vuole condividere altre informazioni o richieste, mi può scrivere anche in privato.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Elisa Scala
Buongiorno
Sono molto interessata ad approfondire e ad elaborare le cause del mio blocco emotivo. Sono sempre più convinta che servano professionisti che abbiano una visione e un approccio olistico dei problemi dell’uomo ma non sono molto avvezza agli incontri in zoom. Posso chiederle se mi può suggerire un professionista di Sua fiducia che opera in provincia di Lecco o Bergamo o Milano. La ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti
Teresa Rosano
Buongiorno Teresa,
al momento non le saprei suggerire un professionista che opera con un approccio olistico nelle zone che mi ha indicato.
In Italia sono ancora relativamente pochi gli psicologi o psicoterapeuti ad aver integrato questo tipo di lavoro.
Le posso suggerire, in linea generale, di scegliere un orientamento che riconosca un’importanza primaria alla dimensione emotiva.
Le anticipo anche che mi sto attivando per iniziare a ricevere una volta alla settimana a Milano, in zona corso Vercelli/piazzale Baracca.
Anche se non le posso fornire una data certa, potrebbe essere intorno a marzo 2024.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Elisa Scala
Buonasera dottoressa.
A seguito di due mesi in incubatrice appena nato, un amico ha un blocco emotivo che si manifesta esclusivamente nel relazionarsi con le donne con le quale vorrebbe instaurare una relazione amorosa.
In sostanza, appena si accorge che la donna che ha di fronte corrisponde al suo ideale di compagna lui scappa. Sta malissimo, in lui si genera rabbia e gli e’ stata diagnosticata anche una sindrome da abbandono.
Come può curare la sua patologia?
Grazie mille
Cordiali saluti
Alessandra
Buongiorno Alessandra,
la cosa opportuna per il suo amico sarebbe iniziare un percorso di terapia focalizzato sulla risoluzione del problema alla radice.
Trattandosi di un blocco emotivo, è necessario andare a vedere cosa si muove dietro le quinte appunto su questo piano.
Non tutti gli orientamenti terapeutici tengono in adeguata considerazione la dimensione emotiva inconscia, che in questi casi invece va esplorata in maniera mirata anche per evitare di rimanere imbrigliati in quello che a tutti gli effetti può diventare un labirinto.
Con le informazioni a disposizione al momento non posso sbilanciarmi ulteriormente.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Elisa Scala
Buon giorno dottoressa, posso sapere i costi. Grazie mille.
Buongiorno Rita,
per tutte le informazioni relative ai costi delle sedute può consultare questo link:
https://psicoterapeutanovara.it/medico-psicoterapeuta-a-novara/#costo-seduta
In ogni caso, la prima seduta psicodiagnostica ha un costo di 80€, mentre quelle successive hanno un costo unitario pari a 75€.
Non si applica l’IVA perché si tratta di prestazioni sanitarie e la relativa fattura può essere portata in detrazione fiscale per il 19% del suo ammontare.
Se volesse ulteriori informazioni, mi può contattare anche tramite WhatsApp al numero 328 7507122.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Elisa Scala
Buonasera
Credo che la persona che frequento abbia un blocco dovuto alla separazione per tradimento di lui dopo anni di matrimonio
Tre figli abbastanza adulti e 2 gatti
Io sono entrato per scherzo nella sua vita e adesso e un anno che ci frequentiamo
Lei mi dice sempre di trovare un’altra perché non stiamo insieme
Ma i suoi comportamenti in occasione dei nostri incontri non sono freddi.. ci scambiamo regali e pensieri.. parliamo di tutto
Mi ha detto che il suo ex deve pagare per quello che ha fatto e che comunque è cosciente che andare a parlare con qualcuno le potrebbe essere d’aiuto.. ma non vuole fare entrare nessuno nella sua testa
Sono preoccupato perché le voglio veramente bene e vorrei continuare con lei la mia vita
Buonasera Gilberto,
la situazione che descrive è sicuramente complicata, dal momento che la persona che frequenta sta affrontando un forte conflitto interiore legato al suo passato e al tradimento che ha subito.
Da quello che riporta, è ancora presente parecchio risentimento e il rifiuto di far entrare qualcun altro nella sua mente suggerisce che potrebbe non aver ancora superato il trauma emotivo legato a questo tradimento e alla fine del matrimonio.
Questo tipo di blocco può derivare da sentimenti irrisolti di rabbia, rancore e delusione, che a volte si trasformano in una sorta di barriera emotiva, impedendo ad una persona di aprirsi completamente a nuove relazioni, anche quando c’è affetto sincero o attrazione.
I suoi comportamenti contraddittori sono indicativi di un contrasto interno tra il desiderio di lasciarsi andare e la paura di soffrire di nuovo o di perdere il controllo.
In situazioni come queste, è fondamentale che la persona riesca ad elaborare i propri traumi e i blocchi emotivi.
Parlare con un professionista, come lei stessa ha riconosciuto, potrebbe essere un passo importante per aiutarla a superare questo momento.
Potrebbe suggerirle di vedere un percorso terapeutico non come un’intrusione nella sua mente, ma come un’opportunità per liberarsi di un fardello che la trattiene.
Ognuno, comunque, ha i propri tempi di rielaborazione ed è inutile, se non perfino dannoso, cercare di forzare un cambiamento dall’esterno, anche se dal nostro punto di vista per l’altra persona sarebbe un passaggio fondamentale.
Rimane anche il fatto che entrare in una relazione con qualcuno che non è ancora emotivamente pronto può portare a sofferenza e frustrazione. Il dialogo aperto e la comprensione reciproca saranno fondamentali per capire come proseguire.
Le auguro di trovare una soluzione che possa portare soddisfazione ad entrambi.