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La differenza tra psicologo e psicoterapeuta, pur essendo rilevante, spesso non è così chiara per la persona che sta valutando di iniziare un lavoro di natura psicologica.

Psicologo, psicoterapeuta e psichiatra sono infatti tre figure professionali nettamente distinte, che però risultano spesso oggetto di confusione dal momento che nel linguaggio comune sono percepite come interscambiabili.

In realtà i loro ruoli, strumenti e metodi di lavoro sono diversi e ben definiti, anche se come ti spiegherò in alcuni frangenti risultano complementari. È quindi sempre opportuno rivolgersi alla figura che meglio risponde alle proprie necessità di quella fase della vita.

Nell’articolo scoprirai i tratti fondamentali di ciascuna di queste figure (inclusa quella dello psicoanalista), che differenza c’è tra psicologo e psicoterapeuta (rispondendo quindi alla domanda diffusa se meglio psicologo o psicoterapeuta), le casistiche più tipiche di quando lo psicologo ti manda dallo psichiatra, oltre alle informazioni più importanti per districarti nel complesso panorama degli orientamenti psicoterapeutici e agli elementi fondamentali per valutare quale psicoterapia scegliere.

Verso la fine entrerò anche nei dettagli di come si inserisce la psicoterapia olistica negli indirizzi di psicoterapia attualmente presenti nel mercato.

Psicologo

Lo Psicologo è innanzitutto un professionista laureato in Psicologia.

Secondo l’Articolo 1 della Legge 56/89, la professione di psicologo è stata ben descritta:

“La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.”

Ai sensi poi della Legge 3/2018, lo psicologo è un professionista sanitario.

In base all’indirizzo universitario, lo psicologo può orientarsi verso ambiti differenti:

  • clinico
  • alimentare
  • sviluppo infantile
  • lavoro e organizzazioni
  • giuridico
  • ricerca sperimentale.

Dopo la laurea, ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione tramite apposito Esame di Stato e successiva iscrizione all’Albo Professionale degli Psicologi.

Cosa fa lo psicologo?

Può operare in ambito clinico od organizzativo con interventi di:

  • prevenzione
  • diagnosi
  • attività di riabilitazione
  • sostegno o supporto psicologico
  • prevenzione.

Svolge la sua attività con singole persone o gruppi di persone, e anche con comunità ed organizzazioni.

Lo psicologo è un medico?

Non avendo conseguito una laurea in Medicina, lo psicologo non è un medico.

Il suo principale metodo di intervento è il colloquio psicologico, che può anche accompagnarsi alla somministrazione di test psicologici con una funzione diagnostica ed orientativa. Non è abilitato alla prescrizione di farmaci (nemmeno lo psicologo clinico).

L’attività dello psicologo può operare quindi all’interno dei confini degli interventi abilitativi, riabilitativi e di sostegno psicologico, nonché diagnostici, ma NON curativi. In particolare, non è abilitato alla cura psicologica ed è tenuto ad inviare allo psicoterapeuta o allo psichiatra la persona che presenta evidenti sintomi di un disturbo o di una psicopatologia su cui non può intervenire perché sprovvisto di adeguate competenze.

Quando lo psicologo ti manda dallo psichiatra?

Il principio di fondo, che ho descritto anche in altri articoli, è che un sintomo eccessivamente intenso e impattante sulla qualità della vita quotidiana del paziente può (e a volte deve) essere gestito anche in acuto con mezzi farmacologici opportuni, che devono essere prescritti solo da un Medico.

La terapia farmacologica di un disturbo psichico diventa quindi utile, talora quasi necessaria, in tutti quei casi in cui quest’ultimo va a compromettere la vita di tutti i giorni, la disposizione a vivere con entusiasmo i rapporti sentimentali, la produttività e la focalizzazione nell’ambito dell’attività lavorativa, nonché la capacità di vivere serenamente gli intervalli di tempo dedicati allo svago e al riposo.

Queste sono le situazioni principali quando lo psicologo ti manda dallo psichiatra, in genere per un affiancamento e non per una sostituzione.

In contemporanea all’intervento farmacologico, infatti, la risoluzione delle radici profonde dei disturbi psicologici non può che avvenire nell’ambito di un percorso di Psicoterapia.

Il costo di una seduta da uno psicologo è in media compreso tra i 50 e i 90 euro, e può aumentare nel caso di visita presso il domicilio del paziente.

Psicoterapeuta

Lo Psicoterapeuta è uno psicologo o un medico che ha anche conseguito la Specializzazione post-laurea in Psicoterapia (4 o 5 anni).

In altre parole, lo Psicoterapeuta è un professionista laureato in Psicologia o in Medicina che ha acquisito una specifica formazione, almeno quadriennale, presso scuole di specializzazione in Psicoterapia riconosciute dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), secondo la normativa vigente.

Vediamo quindi che differenza c’è tra psicologo e psicoterapeuta, partendo proprio dalle basi legislative e dalle definizioni per poi approfondire altri aspetti che impattano direttamente il paziente.

Lo psicoterapeuta cosa fa?

La principale differenza tra psicologo e psicoterapeuta è suggerita dall’Art. 3 della già citata Legge 56/89, che definisce così l’esercizio dell’attività psicoterapeutica:

“L’esercizio dell’attività psicoterapeutica è subordinato ad una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedono adeguata formazione e addestramento in psicoterapia.”

Lo psicoterapeuta si occupa di mandare in risoluzione le situazioni di disagio psicologico significativo portate dal paziente, anche quando è presente una sintomatologia clinica sottostante.

I principali strumenti di lavoro dello psicoterapeuta sono: il colloquio clinico e la relazione terapeutica.

Lo psicoterapeuta cosa cura?

Ogni psicoterapeuta adotta nel suo lavoro metodi di intervento differenti, con approcci specifici per affrontare casi e disturbi psicologici diversi.

Può intervenire nella cura di qualsiasi disturbo psicologico manifestato dalle persone che si rivolgono a lui.

Solo per citare gli ambiti più comuni: ansiadepressione, disturbi alimentari, disturbi del comportamento sessuale, dipendenze, somatizzazione di cariche psichiche inconsce, fobie

Lo psicoterapeuta può fare diagnosi?

La diagnosi psicologica, che tipicamente ha luogo durante il primo colloquio psicodiagnostico, può essere effettuata sia dallo psicologo che dallo psicoterapeuta, e ovviamente anche dallo psichiatra. È, quindi, da considerarsi solo come un punto di partenza.

Al termine della prima seduta in genere si discute con il paziente la diagnosi, le caratteristiche della difficoltà psicologica portata e si concorda quindi la traiettoria terapeutica e i relativi obiettivi, eventualmente rinegoziabili entro le prime 3-4 sedute.

Tra le principali differenze tra psicologo e psicoterapeuta, vediamo quindi come solo quest’ultimo può procedere, dopo la diagnosi iniziale, alla vera e propria cura psicologica tramite tutti gli strumenti che ha acquisito nel corso degli anni di studio.

Questa differenza tra psicologo e psicoterapeuta è fondamentalmente legata ad un percorso formativo che per il secondo è più lungo di almeno 4 anni e prevede anche una maggiore esperienza pratica nel corso delle Scuole di Specializzazione.

Per tirare le somme, uno psicoterapeuta può essere uno psicologo, ma gli psicologi non sono in automatico qualificati come psicoterapeuti senza un’apposita specializzazione formativa.

Differenza tra psicologo clinico e psicoterapeuta

Anche se i termini psicologo clinico e psicoterapeuta sono spesso utilizzati in modo intercambiabile, si riferiscono a ruoli professionali distinti.

Per iniziare, la principale differenza tra psicologo e psicologo clinico riguarda l’ambito di specializzazione e le competenze specifiche.

Lo psicologo clinico è un professionista laureato in Psicologia che ha scelto di specializzarsi in psicologia clinica, un’area che si concentra principalmente sulla valutazione, diagnosi e trattamento di disturbi mentali ed emotivi. Dopo la laurea, lo psicologo clinico ha solitamente seguito un ulteriore percorso di specializzazione, come un tirocinio o un master specifico in ambito clinico. Il suo lavoro è più mirato alla salute mentale e al benessere psicologico del singolo individuo o dei gruppi, e comprende la gestione di problematiche psicologiche quali ansia, depressione, traumi e altri disturbi. Si occupa spesso di somministrare test psicologici e valutazioni cliniche, ma non sempre è abilitato a praticare la psicoterapia.

Lo psicoterapeuta, invece, ha come compito principale il trattamento dei disturbi emotivi e psicologici attraverso una varietà di tecniche terapeutiche, come la terapia cognitivo-comportamentale, la psicoterapia olistica o la terapia sistemico-relazionale.

Lo psicoterapeuta è un medico?

In linea generale, lo psicoterapeuta non è automaticamente un Medico. La discriminante è il percorso di laurea seguito prima della specializzazione in Psicoterapia.

Se laureato in Medicina, è anche abilitato alla prescrizione di farmaci e può quindi fornire al paziente un supporto più completo nella gestione di sintomi e somatizzazioni di varia natura.

Questa è la ragione per cui è preferibile scegliere un medico psicoterapeuta, in grado di integrare le competenze di diagnosi medica in un percorso terapeutico che nella maggior parte dei casi risulta più accelerato.

Il costo di una seduta da uno psicoterapeuta è in media compreso tra i 60 e i 110 euro, e può aumentare se lo psicoterapeuta è anche medico o nel caso di visita presso il domicilio del paziente.

Psicoanalista

Un’ulteriore difficoltà terminologica può facilmente portare a confondere i titoli precedenti con lo psicoanalista (o psicanalista). Vi è, infatti, la tendenza nel linguaggio comune ad usare il termine psicoanalista (o più semplicemente analista) per indicare qualunque professionista che pratichi un’attività di psicoterapia.

Differenza tra psicoanalisi e psicoterapia

Lo psicoanalista appartiene a tutti gli effetti alla categoria degli psicoterapeuti ed esercita la propria pratica sulla base di un preciso approccio di riferimento (quello psicoanalitico). Come è ormai piuttosto noto anche ai “non addetti al settore”, la psicoanalisi trae la sua origine dagli studi di Sigmund Freud e si distingue in maniera sostanziale da tutti gli altri orientamenti di psicoterapia, come la terapia cognitivo-comportamentale e la psicoterapia olistica.

Questa distinzione vale sia, ad esempio, per le cosiddette regole del setting terapeutico (frequenza e durata delle sedute, modalità di interazione terapeuta-paziente) che per le modalità di indagine della psiche e di successivo intervento.

Psicoanalista o psicoterapeuta?

Approfondendo la differenza tra psicanalista e psicoterapeuta, risulta molto utile elencare questi punti fondamentali nelle modalità di lavoro adottate:

  1. Approccio e metodo. Lo psicoanalista si concentra sull’analisi dell’inconscio, dei sogni, delle associazioni libere e del transfert (o traslazione). Lo psicoterapeuta può invece seguire una varietà di approcci, come la terapia cognitivo-comportamentale, l’analisi transazionale, la terapia razionale-emotiva (RET), la terapia strategica breve, la terapia sistemico-relazionale, la psicoterapia psicodinamica e la psicoterapia olistica. Può anche operare tramite una terapia di coppia, di gruppo o familiare, a seconda delle esigenze specifiche del paziente.
  2. Frequenza delle sedute. In genere, una terapia psicoanalitica prevede sedute frequenti, fino a tre volte alla settimana. D’altro canto, molti orientamenti di psicoterapia sono basati su una frequenza settimanale o bisettimanale delle sedute.
  3. Durata complessiva della terapia. La durata del percorso rappresenta un’ulteriore differenza tra psicoanalisi e psicoterapia. La psicoanalisi tende in genere a svilupparsi secondo un percorso a lungo termine, estendendosi spesso per diversi anni. La psicoterapia può invece variare molto in termini di durata a seconda dell’approccio, spaziando dalle terapie brevi e focalizzate a terapie più lunghe.
  4. Focus del lavoro psicologico. La psicoanalisi pone una forte enfasi sull’analisi dell’inconscio, delle esperienze infantili e dei conflitti interni. Lo psicoterapeuta in diversi tipi di approcci, soprattutto quelli cognitivi, si concentra in prevalenza sulle sfide quotidiane, sui modelli di pensiero e di comportamento attuali, cercando di installare cambiamenti pratici. Nel modello olistico il lavoro parte invece dalla dimensione emotiva e segue un approccio integrato tra le varie sfere della psiche.
  5. Rapporto terapeutico. Nella psicoanalisi il rapporto tra il paziente e lo psicoanalista può essere più distaccato e neutrale, mentre nella psicoterapia c’è spesso un coinvolgimento più attivo e collaborativo tra psicoterapeuta e paziente.
  6. Interpretazione dei contenuti. Lo psicoanalista spesso utilizza l’interpretazione come strumento principale per esplorare i significati profondi dei pensieri e dei comportamenti del paziente. Lo psicoterapeuta imposta in genere un approccio più diretto, fornendo strumenti pratici e strategie per affrontare dinamiche disfunzionali o lavorando sui meccanismi di difesa per esplorare rimossi o contenuti psichici inconfessabili.
  7. Obiettivi terapeutici. Se la psicoanalisi mira a ottenere una maggiore consapevolezza dei processi inconsci e una rielaborazione dei conflitti interni, la psicoterapia in genere può avere obiettivi più specifici, come il cambiamento dei comportamenti disfunzionali o l’acquisizione di nuove abilità di gestione delle situazioni stressanti (coping).

Psichiatra

La Psichiatria è una branca specialistica della Medicina. Lo Psichiatra è quindi un professionista laureato in Medicina (6 anni), che riceve l’abilitazione ad esercitare la professione tramite il superamento di uno specifico Esame di Stato.

Successivamente all’iscrizione all’Albo professionale dei Medici ha conseguito la specializzazione post-laurea in Psichiatria.

Cosa fa lo psichiatra?

Ha un approccio biologico ed organicistico alla malattia, di cui valuta sintomi e decorso clinico in ottica più strettamente medica.

In particolare, può prescrivere farmaci, inclusi quelli ad azione psicotropa (psicofarmaci), e indirizzare verso un trattamento psicoterapeutico.

Può, inoltre, formarsi alla Psicoterapia come meglio preferisce dal momento che può avere il titolo di diritto.

Differenza tra psicologo e psichiatra

Facendo una sintesi di quanto già visto, lo psicologo è un professionista laureato in Psicologia e non è abilitato alla cura psicologica. Può muoversi solo nell’ambito valutativo, pur con ampi spazi e con una specificità professionale, ma quando nella sua attività si trova davanti ad un paziente con i sintomi di una psicopatologia o di un disturbo la competenza passa allo psicoterapeuta o allo psichiatra.

Al di là delle differenze tra psicologo e psichiatra, possiamo vedere come ci sia una certa complementarità dei due ruoli e come il lavoro del secondo può innescarsi là dove termina la competenza del primo.

A differenza poi dello psicoterapeuta, che può essere alternativamente laureato in Psicologia (la maggior parte) o in Medicina, lo psichiatra è sempre laureato in Medicina.

Il costo di una seduta da uno psichiatra è tipicamente più elevato rispetto al prezzo di una seduta da uno psicologo o da uno psicoterapeuta, oltre ad avere scopi differenti, attestandosi generalmente tra i 90 e i 150 euro per una consulenza di 45-60 minuti.

Come scegliere lo psicoterapeuta che fa per me?

Tirando le somme, psicologo, psicoterapeuta e psichiatra sono figure professionali tra loro ben distinte che operano in ambiti e con prerogative e finalità diverse.

In prima battuta, per la formazione e successive specializzazioni che hanno conseguito.

In secondo luogo, per gli ambiti in cui esercitano la professione e per la possibilità o meno di poter prescrivere farmaci.

Una domanda preliminare a cui spesso ci si trova di fronte è se sia meglio psicologo o psicoterapeuta, che serve per un orientamento iniziale.

Alla luce della differenza tra psicologo e psicoterapeuta, per la cura di disturbi psicologici anche complessi la figura più idonea è quella dello psicoterapeuta, eventualmente da affiancare allo psichiatra in una fase iniziale.

Psichiatra e psicoterapeuta intervengono infatti su facce diverse della stessa medaglia, il disagio psicologico, risultando per molti versi complementari.

Un medico psicoterapeuta è poi un profilo molto specializzato che fa in un certo modo da ponte tra le due figure dello psicoterapeuta e dello psichiatra.

Le modalità di intervento, gli strumenti usati e la durata del percorso di terapia sono direttamente dipendenti dall’approccio usato dal singolo psicoterapeuta.

La scelta dello psicoterapeuta deve quindi basarsi su una serie di fattori, tra cui l’orientamento specifico seguito dal professionista, che può differire anche in misura significativa rispetto ad altri e non portare risultati equivalenti al paziente.

Una breve panoramica delle tipologie di psicoterapia esistenti

Prima di concludere, ti voglio illustrare brevemente il panorama dei vari percorsi di psicoterapia presenti nel mercato, per aiutarti a comprendere meglio come si posiziona il mio approccio della Psicoterapia Medica Olistica e quali vantaggi ti può portare.

Ad oggi esistono parecchie tipologie di percorsi di psicoterapia, ma anche di psicoanalisi e, in via collaterale, di counseling o di coaching.

I metodi adottati, che spesso si avvalgono di sigle e acronimi quasi incomprensibili per il paziente, hanno alcune inevitabili sovrapposizioni tra le diverse scuole.

La psicoterapia cosa fa?

La psicoterapia ha l’obiettivo principale di comprendere e risolvere i problemi e le difficoltà alla radice, attraverso una combinazione di tecniche e metodi psicologici.

In questo senso, il terapeuta conduce il paziente ad esplorare i propri pensieri, emozioni e comportamenti per identificare eventuali schemi distruttivi o blocchi.

Il contesto del lavoro psicoterapeutico è poi molto importante, dal momento che il trattamento avviene in un ambiente sicuro e protetto dove il paziente può esprimere i propri sentimenti e trovare supporto e comprensione. Questo vale tanto per le sedute in presenza che per quelle online, dove si crea ugualmente una spazio di lavoro molto efficace.

Quale psicoterapia scegliere?

Scegliere la psicoterapia giusta in molti casi può risultare un processo complesso, ma è un passaggio chiave per poter ottenere i migliori risultati.

La prima cosa da prendere in considerazione è il tipo di problema o difficoltà che si sta affrontando, dal momento che i diversi approcci terapeutici sono più adatti a determinate situazioni.

Non entro qui nei dettagli di tutti gli orientamenti di psicoterapia esistenti, a cui ho già fatto cenno in una sezione precedente dell’articolo, ma ti voglio fornire alcune informazioni di carattere più generale.

A livello macroscopico è infatti possibile distinguere:

  • gli approcci focalizzati sulla parte mentale, cognitiva e comportamentale: qui si inseriscono la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), la terapia razionale-emotiva (RET) e la Terapia Strategica Breve;
  • i percorsi che preferiscono incentrarsi sulla parte emotiva e corporea: da menzionare la psicoterapia psicodinamica e l’analisi bioenergetica.

Vi sono poi ulteriori orientamenti che non rientrano in maniera rigida nella distinzione che ho fatto qui sopra, come l’analisi transazionale e la psicoterapia sistemico-relazionale, dove l’attenzione viene portata, oltre che sull’individuo, alle sue interazioni, alle dinamiche tra individui e ai processi di comunicazione.

Nell’approccio sistemico l’attenzione è quindi posta non su ciò che succede all’interno della mente, ma sulle relazioni che ogni individuo instaura con l’ambiente esterno e con le altre persone.

Mente ed emozioni sono veramente separate?

In realtà, vi è un filo conduttore, quasi invisibile ma non per questo debole, che unisce le varie dimensioni sopra citate.

Possiamo immaginare una piramide con il pensiero al vertice, la dimensione emotiva al centro e il comportamento come esito finale del processo.

In altri termini, la sfera comportamentale è la conseguenza di ciò che avviene nella mente, con il tramite necessario e indispensabile degli stati emotivi interni. Le rappresentazioni mentali innescano determinati flussi emozionali, che a loro volta governano i comportamenti. Da questi ultimi poi discendono i risultati che la persona ottiene nella vita.

La Psicoterapia Medica Olistica: il lavoro terapeutico che agisce su mente, corpo e anima per ritrovare l’equilibrio interiore

Ai giorni nostri diventa sempre più importante considerare la persona come un insieme inscindibile, e utilizzare una particolare dimensione solo come punto di inizio o di accesso del lavoro terapeutico.

Lo scopo della psicoterapia olistica è anche di riavvicinare il paziente all’integrità dell’essere, nel senso di ridurre le divisioni e i conflitti interni.

Non dobbiamo infatti dimenticarci che il termine “individuo” deriva dal latino “individuus”, composto da “in-” che significa “non” e “dividuus” che significa “divisibile”. Questa parola in origine descriveva un’entità che non poteva essere divisa o separata in parti.

Un reale approccio olistico in psicologia, capace di includere i vari aspetti sopra citati, è diventato essenziale per garantire un risultato stabile e duraturo nella vita del paziente.

Il principio base del mio metodo è che se non vi è guarigione emotiva, nessuna reale guarigione può avvenire. Tutti gli irrisolti emotivi, le emozioni represse, i copioni emotivi disfunzionali interferiscono in maniera importante con la qualità di vita della persona, che prima o poi dovrà farci i conti.

La guarigione avviene portando il paziente a contatto diretto con il suo inconscio emotivo, per quanto possa risultare disagevole. Questo comporterà un vero viaggio esplorativo dentro di sé, di scoperta, di riparazione e di perdono.

Sono quindi abbastanza contraria alle modalità di lavoro che si basano eccessivamente sul rivangare nel passato della persona.

Ora, riconosco perfettamente che a volte è utile andare a rievocare certi accadimenti o aspetti del passato, al fine di condurre un lavoro efficace, soprattutto nel caso di contenuti traumatici ed angoscianti.

Alcuni approcci, però, rischiano di finire con l’ancorare maggiormente la persona nei suoi fantasmi del passato, nei suoi irrisolti psichici, nei suoi ricordi dolorosi con radici nell’infanzia, nell’albero genealogico o addirittura in una vita passata.

Non dobbiamo mai dimenticare che tutto il passato e i relativi solchi lasciati vivono dentro la persona in un eterno Presente, e sono quindi sempre potenzialmente accessibili.

Alcuni consigli finali

A causa dell’ampia varietà di scelta, è sempre bene seguire alcuni consigli per individuare il professionista più adatto alla propria situazione specifica:

  • Consultare l’Albo degli Psicologi o dei Medici della Regione di appartenenza per verificare la loro iscrizione. Psicologi e psicoterapeuti sono infatti, per legge, iscritti ai rispettivi Albi professionali;
  • Ricordare bene la differenza tra psicologo e psicoterapeuta, come ti ho descritto in maniera approfondita all’interno di questo articolo, e conoscere anche il ruolo dello psichiatra e come si può inserire in un percorso terapeutico;
  • Informarsi sulle specializzazioni del professionista e dei metodi che impiega nel suo lavoro. Uno psicoterapeuta valido solitamente descrive sul suo sito Internet l’approccio terapeutico che adotta. Consultando le pagine web pubbliche possiamo pertanto ricavarne informazioni utili per la nostra scelta;
  • Chiedere un colloquio telefonico iniziale, anche breve. In questo modo è possibile ricevere informazioni aggiuntive importanti prima di definire il terapeuta che fa per noi.

La scelta finale del terapeuta a cui affidare la direzione del lavoro su sé stessi è molto personale, e deve basarsi anche su un’intesa di fondo per poter costruire al meglio il rapporto terapeuta-paziente. La connessione personale con il terapeuta è infatti cruciale per il successo della psicoterapia, quindi è importante scegliere un professionista con cui ci si senta a proprio agio e con cui sia possibile costruire un rapporto di fiducia già nel corso della prima seduta.


Se vuoi più informazioni sulla Psicoterapia Medica Olistica oppure prenotare la prima seduta con me, puoi compilare il modulo di contatto che trovi all’inizio della Pagina Contatti.

Foto professionale della Dott.ssa Elisa Scala, medico psicoterapeuta a Novara
Ricevo a Novara e online

Medico psicoterapeuta

Sono iscritta all’Albo Professionale dei Medici dall’anno 2008 ed esercito la professione di Psicoterapeuta sia per mezzo di sedute online (via Zoom o Skype) che in presenza nel mio Studio privato vicino al centro storico di Novara.

Perché rivolgersi ad un medico psicoterapeuta?

Grazie alla sua duplice formazione medica e psicoterapeutica, un medico psicoterapeuta è in grado di valutare il paziente non solo dal punto di vista meramente psicologico, ma anche di considerare eventuali fattori biologici, medici e farmacologici che possono influenzare il disturbo, conflitto interiore o disagio portato dal paziente.

Questo permette una presa in carico olistica, in cui si possono trattare problematiche emotive, psichiche e fisiche in modo sinergico, personalizzando il percorso terapeutico per ottenere risultati più efficaci e duraturi.

I vantaggi tangibili per il paziente consistono in tempi mediamente più brevi rispetto alla psicoterapia tradizionale e senza limitarsi a quella che potrei definire come “terapia dell’ascolto”.

Dott.ssa Elisa Scala, medico psicoterapeuta a Novara